Sintetizzatori musicali: storia, evoluzione e caratteristiche dei synth

Sintetizzatore Oberheim - Viscount OB12 - Foto di Grapetonix

I sintetizzatori musicali chiamati anche Synth hanno fatto molta strada dalla loro nascita alla fine del XIX secolo. Oggi sono più potenti e convenienti che mai e vengono utilizzati in tutti i generi musicali. Che siate principianti o musicisti esperti, un sintetizzatore può essere uno strumento prezioso per creare suoni unici ed interessanti.

Cos’è un sintetizzatore musicale?

Un mondo di suoni ed effetti

Prima di addentrarci nella storia e nell’evoluzione del sintetizzatore, parliamo di cosa è. Un sintetizzatore musicale è un dispositivo elettronico che genera suoni sintetici. Questi suoni possono essere prodotti da una varietà di fonti, tra cui forme d’onda, campioni, sequenze armoniche, loop e strumenti MIDI e può generare suoni che vanno dal rumore bianco a suoni complessi ed articolati.

Un synth può essere utilizzato per creare musica in studio o in live. Molti sintetizzatori hanno una combinazione di più interfacce, tra cui tastiere, controlli a pedale, joystick, touchpad, display LCD e pulsanti. Ciascuno di questi dispositivi ha la possibilità di essere programmato con una vasta gamma di suoni ed effetti, che possono essere modificati durante la produzione.

Gli strumenti più avanzati di sintetizzazione sono dotati di display LCD e una serie di controlli di sintesi, che permettono di controllare vari parametri come forma d’onda, frequenza, intensità, decibel, filtro, modulazione, ecc. Questi controlli vengono sfruttati per modificare la forma d’onda del suono e creare suoni più complessi. Ci sono anche sintetizzatori che sono appositamente programmati per aggiungere effetti come eco, riverbero, distorsione e altri modificatori del suono.
Negli ultimi anni, i sintetizzatori sono diventati sempre più popolari tra i musicisti grazie alla loro versatilità e convenienza.


Storia del sintetizzatore

Un nuovo livello di complessità sonora

La storia del sintetizzatore risale alla fine del XIX secolo. All’epoca, gli strumenti musicali erano realizzati con parti meccaniche, come valvole e canne. Il primo strumento musicale elettronico fu il Telharmonium, inventato nel 1897 da Thaddeus Cahill. Il Telharmonium utilizzava la corrente elettrica per creare il suono e fu il primo strumento a servirsi dell’elettricità per generare musica.

Negli anni Cinquanta furono creati i primi sintetizzatori commerciali, tra questi anche i sintetizzatori Moog, dell’omonimo inventore. Questi erano grandi e costosi e venivano impiegati soprattutto nella musica sperimentale e d’avanguardia, fino a che negli anni ’70 i sintetizzatori diventarono molto più accessibili e vennero utilizzati in numerosi generi musicali.

Negli anni ’80, la tecnologia digitale ha conquistato l’industria musicale. Vennero creati i primi sintetizzatori digitali, che divennero rapidamente popolari. Questi strumenti potevano creare suoni molto più complessi rispetto alla loro versione analogica del passato.

Sintetizzatori – Documentario RAI

Evoluzione negli anni moderni

La tecnologia che cambia l’industria musicale

Gli anni ’80 hanno dato vita ai primi sintetizzatori digitali, che hanno rivoluzionato la produzione musicale. Negli anni ’90 arrivano i sintetizzatori analogici virtuali, che permettono di emulare i classici suoni analogici. Negli anni 2000, si diffondono i sintetizzatori software, che sono ancora più potenti, versatili e accessibili. Oggi sono usati in tutti i generi musicali, dal jazz alla classica, dall’hip-hop all’EDM, e offrono una vasta gamma di possibilità creative. Inoltre, si possono ricreare suoni classici del passato con l’utilizzo di moderni sintetizzatori.

Questi incredibili strumenti hanno anche permesso di sperimentare con nuove tecnologie, come la sintesi FM, la sintesi additiva, la sintesi sottrattiva, la sintesi granulare e la sintesi wavetable. La sintesi FM è responsabile del suono iconico della Yamaha DX7, mentre la sintesi additiva ha contribuito alla creazione di una vasta gamma di suoni e tonalità.
La sintesi sottrattiva è stata utilizzata per creare suoni più naturali, come quelli generati da strumenti acustici, mentre la sintesi granulare e la sintesi wavetable hanno permesso di generarne di più complessi. Insieme, queste tecnologie hanno reso i sintetizzatori moderni più versatili e facili da usare.

Come funziona

La scienza dietro al suono

I sintetizzatori funzionano combinando diversi segnali audio, solitamente generati da oscillatori, che sono circuiti elettronici che producono suoni. Gli oscillatori vengono poi modificati da filtri, che possono essere utilizzati per modellare il suono. Il suono viene ulteriormente modificato da effetti, come il riverbero e il ritardo, che creano un’ampia varietà di suoni.

I sintetizzatori sono incredibilmente versatili e sono stati utilizzati per creare i suoni futuristici che si sentono in molti generi musicali moderni, come EDM, hip-hop e pop. Con così tante possibilità, non sorprende che siano una scelta popolare per i musicisti, in quanto offrono interessanti opportunità di esplorare nuove sonorità e creare musica unica.
Infine, il suono viene convogliato agli amplificatori, che servono a renderlo più forte. Grazie a un’attenta combinazione di queste apparecchiature, è possibile creare da zero ogni sorta di suono, perfetto per fare musica!

COme funziona un sintetizzatore – video di Red SPrecanere

Tipi di sintetizzatore

Un’infinità di suoni

I sintetizzatori musicali vengono utilizzati da produttori, musicisti, DJ e artisti di tutti i tipi e possono essere analogici o digitali.
Quelli analogici si basano sull’elettronica tradizionale come transistor, amplificatori operazionali e circuiti integrati. Questi strumenti sono caratterizzati da suoni caldi e organici, con un’ampia varietà di controlli e parametri che possono essere modificati per creare un suono personalizzato. Con la sintesi digitale, invece, i suoni vengono prodotti all’interno di un processore digitale. Le due tecniche principali per produrre suono digitale sono la sintesi wavetable e la sintesi FM.

I synth possono anche essere suddivisi in modulari e monofonici. I sintetizzatori modulari sono caratterizzati da moduli separati che possono essere collegati insieme per creare un suono personalizzato, mentre quelli monofonici sono strumenti basati su un unico canale, che suonano una nota alla volta.
I sintetizzatori musicali possono essere utilizzati anche per produrre suoni con effetti aggiunti come vibrato, tremolo o flanger e sono il risultato della modulazione dei parametri del sintetizzatore, come la frequenza di taglio, la frequenza di modulazione o la durata dell’impulso.

I sintetizzatori hanno anche avuto un impatto significativo sul mondo della produzione musicale, grazie alla loro capacità di imitare strumenti come archi e trombe, hanno minacciato i lavori dei musicisti di sessione, e ne è stato vietato l’utilizzo in lavori commerciali per un certo periodo di tempo.
Questi dispositivi sono spesso programmabili con una tastiera dinamica multitouch, arpeggi, effetti e diverse patch di strumenti integrate. Con pochi clic del mouse, è possibile creare praticamente qualsiasi suono, con polifonia completa e qualsiasi effetto si possa pensare. Grazie a queste funzionalità, i sintetizzatori sono ideali per le esibizioni dal vivo, dai set ambientali ai set da ballo.