Come si costruisce un pianoforte

Interno e parti di un pianoforte a coda

Il pianoforte è uno degli strumenti più affascinanti e completi del panorama musicale. Si tratta, infatti, di uno dei principali protagonisti delle più grandi composizioni che hanno segnato la storia della musica.

Le sue origini sono molto interessanti e risalgono ai primi anni del 1700. Naturalmente, in quel periodo il pianoforte non aveva la precisione meccanica che oggi conosciamo, ma iniziava a delinearsi lo strumento che, negli anni successivi, ha conquistato ogni compositore.

La sua storia nasce in Italia, per poi essere rivisto più volte in Germania e ulteriormente rivisto in America. Le sue caratteristiche sonore lo rendono perfetto in ogni stile musicale e, se nei secoli precedenti era riservato esclusivamente all’alta borghesia, a partire dal Ventesimo secolo è diventato uno degli strumenti più diffusi in ogni ceto sociale.

Oggi tutti possono scegliere di voler studiare pianoforte, acquistandone uno o affittandolo. Oltre ai modelli tradizionali, poi, sono state sviluppate alternative elettriche più accessibili e semplici da trasportare.

Nonostante rimanga uno strumento costoso, quindi, rispetto al passato è decisamente più accessibile. Chi desidera iniziare a intraprendere lo studio del pianoforte deve interessarsi alla storia di questo fantastico strumento musicale, che ha origine dal clavicembalo.

Per poterlo suonare al meglio, infatti, occorre conoscere a fondo anche il suo ruolo centrale nella storia della musica moderna. Il suo sviluppo è molto interessante e ricco di fascino, e attraversa diversi secoli che sono stati raccontati nei testi per specialisti.

Ecco perché in questo articolo affronteremo un argomento molto interessante per chi ama questo strumento, ovvero il modo in cui viene costruito, così da comprendere come ogni piccola parte del pianoforte richieda un lavoro preciso e specifico.

I prezzi dei pianoforti, spesso alti come la complessità per crearli

Un pianoforte, soprattutto se a coda, ha un costo elevato. Per i modelli professionali si possono superare i 20 mila euro e queste cifre sono giustificate, come vedremo, anche dalla scelta di materiali di pregio e dal complesso procedimento di costruzione di questi strumenti. Si tratta, infatti, di opere tecniche meravigliose, frutto di anni di innovazione e miglioramenti.

Per comprendere al meglio il perché dei costi elevati, bisogna conoscere a fondo l’iter di fabbricazione di un pianoforte, caratterizzato da elementi complessi.

Naturalmente, l’innovazione tecnologica ha portato a una semplificazione del processo di produzione, ma i principi fondamentali sono rimasti invariati rispetto al passato. Sicuramente, sono stati modificati alcune materie prime, principalmente quelle utilizzate per la realizzazione dei tasti.

Se prima si preferiva usare l’avorio, oggi per ragioni di tutela delle specie animali (rinoceronti ed elefanti che sono a rischio di estinzione), tale materiale è stato sostituito da plastiche sintetiche di qualità molto elevata, che imitano la finitura dell’avorio.

Nonostante sul mercato sia possibile trovare ancora vecchi pianoforti con tasti in avorio, occorre precisare che l’utilizzo di tale materiale, attualmente, è severamente vietato.

Come viene creata la struttura di base di un pianoforte?

Il primo passo per la costruzione di un pianoforte consiste nella realizzazione della struttura di base. Il materiale utilizzato, nella maggior parte dei casi, è un legno di qualità. Si preferisce l’acero, che viene modellato per creare le assi principali che andranno a formare lo “scheletro” del pianoforte, ovvero il telaio. Naturalmente, dimensioni e forme variano in base al tipo di strumento che si vuole creare tra pianoforte a coda, mezza coda o verticale.

Le varie tavole create vengono incollate, per poi essere pressate tramite un apposito macchinario. Quest’ultimo serve anche a sagomare i vari pezzi e dargli la giusta forma, così da dare il contorno al pianoforte.

I tempi di asciugatura sono lunghi e servono a dar vita a una struttura solida e forte. Una volta trascorsi i giorni utili, le tavole vengono trasportate in una zona speciale dove colla del telaio continua ad asciugarsi, anche grazie all’ausilio di condizionatori.

Le tavole vengono lasciate per un mese in quest’area, per poi essere ampliate con delle travi che rinforzano la struttura e le danno più consistenza.

Come si realizzano due componenti fondamentali di un pianoforte: tavola armonica e cassa

Il passo successivo alla creazione del telaio del pianoforte prevede l’inserimento di tutti quegli elementi necessari a creare il suo affascinante suono. È a questo punto che si installa la cassa, che viene posta tra il telaio e la tavola armonica.

Quest’ultima non è altro che la parte di un pianoforte che svolge la funzione di amplificatore del suono che viene emesso dalla vibrazione delle corde tramite percussione sui tasti. La tavola armonica viene colpita dalle diverse vibrazioni grazie a un altro importante elemento del pianoforte, i ponticelli. Tramite questo preciso meccanismo si ottiene l’amplificazione dell’onda sonora.

I ponticelli sono due piccoli supporti costruiti in legno che permettono di trasmettere le vibrazioni delle corde. Sono due e vengono inseriti al di sopra della tavola armonica. Sotto quest’ultima, invece, si posizionano delle assi di legno che le consentono di risuonare in modo libero.

Dopo aver assemblato queste parti, i due ponti vengono protetti da una piastra realizzata in ghisa, che va apposta in maniera precisa per poter consentire a tutto il meccanismo di funzionare alla perfezione.

Il passo successivo è molto importante. Infatti, sui ponti si incidono delle tacche che servono a ospitare le corde. In ognuno di questi inserti vengono alloggiate tre corde. Questo passaggio richiede grande tecnica e precisione, in quanto le corde sono uno degli elementi più importanti per il suono di un pianoforte e devono vibrare liberamente.

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La costruzione della sezione esterna del pianoforte

La parte esterna del pianoforte viene realizzata utilizzando un legno differente rispetto a quello con il quale si crea il telaio. Tra le materie prime di qualità superiore abbiamo, in questo caso, il palissandro.

Le varie sezioni vengono rifinite tramite delle pialle che servono a dar vita a ogni singolo dettaglio della sezione esterna dello strumento e per dare le varie curvature. Questa parte è ancora più complessa quando si realizza un pianoforte a coda, in cui la sezione posteriore è molto più ampia.

La fase successiva prevede la levigatura del rivestimento, così che diventi liscio e pronto a essere verniciato e lucidato.

La realizzazione della cordiera

Elemento imprescindibile in un pianoforte è la cordiera, elemento che viene costruito per poter tenere in tensione le diverse corde. Questa è la parte più vicina alla tastiera e le corde giungono fino ai ponticelli.

La piastra in ghisa, che come abbiamo detto è posta sulla tavola armonica, è un elemento fondamentale per controllare la tensione delle corde.

Quest’ultime vengono fissate sulla cordiera tramite degli appositi perni, che vengono inseriti in questa fase della costruzione di un pianoforte. La loro struttura è molto simile ai pioli di una chitarra.

Ovviamente, a cambiare è soprattutto la tensione che gli elementi inseriti nel pianoforte devono sostenere, che può oltrepassare i 180 chilogrammi. Proprio per questo motivo, questa fase delicata va effettuata da un personale esperto, che utilizza un attrezzo specifico per la gestione della tensione di ogni corda.

Al termine di questo passaggio, si procede con l’installazione dei “muti”, elementi che servono a bloccare la vibrazione nel momento in cui il pianista rilascia il tasto. Non vengono attivati, invece, quando l’esecutore sceglie di utilizzare il “pedale sustain” per il mantenimento del suono della nota.

La costruzione dei tasti e dei martelletti di un pianoforte: come avviene?

Per costruire i martelletti viene impiegato un legno molto resistente, come il carpino. Questi elementi, infatti, subiscono una forte spinta nel momento in cui il pianista preme sul tasto e colpiscono con forza la corda corrispondente. Quest’ultima vibra ed emette il suono.

Subito dopo, non appena l’esecutore lascia il tasto, il martelletto torna nella posizione originaria e si allinea a tutti gli altri. Questa sezione di un pianoforte è molto sofisticata e richiede una regolare manutenzione e accordatura, azioni che vanno eseguite da un professionista del settore. Di solito, tali operazioni vanno ripetute per almeno due volte all’anno.

I martelletti sono collegati alla tastiera. Durante l’assemblaggio di un pianoforte, queste parti vengono testate più volte, tramite appositi controlli che mirano a verificare i pesi, così che si possa regolare al meglio la forza con cui il pianista andrà a premere sul tasto.

Dentro quest’ultimo vengono installati dei piccoli pesi, così che ognuno di essi abbia un peso specifico. Questa tecnica viene conosciuta come “controbilanciamento” e determina il tipo di tocco e il peso dei vari tasti.

Non è altro che il meccanismo che i moderni pianoforti digitali cercano di replicare, così da dare ai pianisti un feedback simile a quello di uno strumento tradizionale.

Conclusa questa fase, il processo di costruzione di un pianoforte può considerarsi terminato.

Come abbiamo visto è un lavoro complesso e lungo che prevede molti passaggi, controlli e revisioni dei dettagli per garantire la qualità sonora e meccanica elevata e tipica dei pianoforti.