Il bongo (chiamato spesso al plurale bonghi o bongas) è uno strumento musicale a percussione di origine africana, composto da due tamburi di dimensioni diverse, uno accanto all’altro, che si colpiscono direttamente con le mani.
Il bongo è usato nella musica latina, soprattutto in quella cubana, dove ha assunto una forma e una tecnica particolari.
Il bongo produce due suoni ben distinti: il più grande ha una tonalità più grave ed è chiamato hembra (in italiano: femmina), mentre il più piccolo ha una tonalità più acuta ed è chiamato macho (in italiano: maschio). Il bongo è uno strumento versatile e espressivo, che può creare abbellimenti e fraseggi per enfatizzare il canto o un particolare momento del brano.
In questo articolo vedremo la storia dello strumento musicale, dalle sue origini africane alla sua diffusione in America Latina e nel mondo. Scopriremo come si suona, quali sono i generi musicali che lo utilizzano e quali sono i principali bongoceri della storia.
Infine, daremo alcuni consigli per scegliere e acquistare un buon bongo.
Indice dei contenuti
Le origini africane del bongo
Il bongo ha origini africane, come molti altri strumenti a percussione. Si ritiene che sia stato portato dai popoli bantu, che migrarono dall’Africa centrale e occidentale verso il continente americano durante la tratta degli schiavi.
Il bongo si diffuse inizialmente nelle zone rurali di Cuba, dove veniva usato in occasione di danze, feste e riti. Il termine “bongo” è un termine generico che fa riferimento a vari tipi di tamburi etnici. In particolare, il bongo cubano si distingue per la sua forma a tronco di cono e per la sua accordatura tramite dei tiranti e si sviluppato nel XIX secolo, quando i musicisti afro-cubani iniziarono a combinare elementi della musica africana con quelli della musica spagnola e creola. Il bongo divenne uno strumento fondamentale per accompagnare i generi musicali tipici dell’isola, come il cha-cha, il bolero e il danzón.
Il bongo era usato come unico strumento percussivo nei gruppi, e il suo suonatore aveva il ruolo di guidare il ritmo e di dialogare con gli altri musicisti.
La diffusione del bongo in America Latina e nel mondo
Questo particolare tamburo, non rimase confinato a Cuba, ma si diffuse in tutta l’America Latina, grazie al movimento musicale noto come son cubano, che combinava elementi della musica spagnola, africana e caraibica. Il son cubano ebbe il suo apice tra gli anni ’20 e ’40 del XX secolo, e diede origine a vari sottogeneri, come il mambo, il cha-cha-cha e la salsa.
In breve tempo divenne uno strumento essenziale per questi generi musicali, che richiedevano ritmi sincopati e complessi.
Il bongo si adattava bene anche ad altri generi musicali latino-americani, come il merengue, la cumbia e la bachata Il bongo raggiunse anche una notorietà internazionale, grazie alla diffusione della musica latina nel mondo.
Molti musicisti famosi hanno usato ed usano questo strumento nelle loro canzoni, come i Beatles, i Rolling Stones, i Santana e i Red Hot Chili Peppers. Il bongo ha anche influenzato altri generi musicali, come il jazz, il rock e il pop, diventando così uno strumento musicale universale, apprezzato da musicisti e ascoltatori di diverse culture e tradizioni.
Come si suona?
Il bongo è uno strumento musicale che richiede abilità e sensibilità. Per suonarlo bene, bisogna conoscere le tecniche di base e le varie sonorità che si possono ottenere.
Il bongo si tiene tra le ginocchia o su un apposito supporto, con il tamburo più grande (hembra) verso destra e il più piccolo (macho) verso sinistra. I mancini possono invertire la posizione. Lo strumento si percuote con le dita o con i palmi delle mani, sebbene alcune composizioni moderne richiedano le bacchette. Ci sono diversi modi di colpirlo, in modo da produrre suoni differenti.
Alcuni dei più comuni sono:
– Open tone: si colpisce il centro della pelle con la punta delle dita, creando un suono pieno e risonante.
– Muffled tone: si colpisce il centro della pelle con la punta delle dita e poi si appoggia il palmo sulla pelle, creando un suono soffocato e breve.
– Slap: si colpisce il bordo della pelle con le dita tese e rigide, creando un suono secco e acuto.
– Finger tap: si colpisce il bordo della pelle con una o due dita, creando un suono leggero e delicato. Per suonare il bongo, bisogna seguire il ritmo della musica e creare dei pattern ritmici che si ripetono o che variano a seconda del genere musicale. Alcuni dei ritmi più famosi sono:
– Martillo: è il ritmo base del bongo, usato nella salsa e nel son cubano. Consiste in quattro battute per ogni tamburo, alternate tra hembra e macho. La prima battuta è un open tone sulla hembra, la seconda è un finger tap sulla macho, la terza è un open tone sulla hembra e la quarta è un finger tap sulla macho.
– Bolero: è il ritmo usato nel bolero e nel cha-cha-cha. Consiste in due battute per ogni tamburo, alternate tra hembra e macho. La prima battuta è un muffled tone sulla hembra, la seconda è un open tone sulla macho.
– Cumbia: è il ritmo usato nella cumbia colombiana. Consiste in tre battute per ogni tamburo, alternate tra hembra e macho. La prima battuta è un open tone sulla hembra, la seconda è un slap sulla macho e la terza è un finger tap sulla macho.
Come scegliere e acquistare un bongo
Ecco alcuni suggerimenti per acquistare un bongo:
Prima di acquistarne uno, bisogna decidere il budget a disposizione e il livello di qualità che si vuole ottenere.
In generale, gli strumenti più economici sono realizzati in materiali sintetici o legno di bassa qualità, con pelli artificiali e meccaniche semplici. Questi bonghi possono andare bene per chi vuole iniziare a suonare o per un uso occasionale, ma non offrono una buona resa sonora e una buona durata nel tempo.
Gli strumenti di fascia media sono realizzati in legno di qualità superiore, come la quercia o il mogano, con pelli naturali e meccaniche più robuste e precise. Questi bonghi offrono un buon rapporto qualità-prezzo e sono adatti a chi vuole suonare con regolarità e con una certa espressività.
I bonghi di fascia alta sono realizzati in legno pregiato, come il cedro o il palissandro, con pelli selezionate e meccaniche di alta qualità. Questa tipologia di strumenti offrono una resa sonora eccellente e una grande durata nel tempo, ma hanno anche un costo elevato e richiedono una maggiore cura e manutenzione.
Sono indicati per chi vuole suonare a livello professionale o per chi è un appassionato collezionista.
Oltre al budget e alla qualità, bisogna anche considerare le dimensioni e il peso.
Di solito, i bonghi più grandi e pesanti offrono una maggiore profondità e potenza sonora, ma sono anche più ingombranti e difficili da trasportare. Di contro quelli più piccoli e leggeri offrono una maggiore agilità e facilità di trasporto, ma sono anche meno ricchi e potenti sonoramente.
Bisogna quindi scegliere le dimensioni e il peso dei bonghi in base allo spazio disponibile, al tipo di musica che si vuole suonare e alla frequenza di spostamento.
Un altro aspetto da valutare è lo stile e il design.
Ogni bongo ha un aspetto unico, dato dalla forma, dal colore e dalle decorazioni del fusto, dalla tonalità e dalla finitura della pelle e dal tipo di meccanica. Si può scegliere uno stile più tradizionale o più moderno, più sobrio o più vistoso, a seconda dei propri gusti personali e dell’effetto che si vuole creare sul palco o in casa. Ovviamente, lo stile non deve andare a scapito della qualità sonora e della funzionalità dei bonghi.