Gli strumenti musicali fatti a mano nel folklore e nella tradizione popolare italiana

Zampognari di Brianza - Giovanni Segantini - Fonte Wikipedia

La musica popolare, anche detta folk, è quella che viene prodotta dal popolo e si contrappone, da sempre, alla musica colta.

Questo genere presenta dei caratteri comuni in tutte le nazioni del mondo e si caratterizza per essere occasionale, ovvero legata a un determinato momento della storia o della vita di una popolazione.

Negli anni, la musica popolare si è diffusa oralmente. Ecco perché manca una notazione scritta. Essa però, non è soltanto note e ritmo, ma anche strumenti musicali che, in passato, venivano realizzati a mano da abili artigiani locali.

In molti Paesi la tradizione degli strumenti musicali artigianali ha rivestito un ruolo determinante nell’espressione artistica e culturale. Per realizzarli, nel corso degli anni, sono stati utilizzati diversi materiali, come legno, pelle, metallo e anche ossa di animali. Le tecniche, invece, variano in base alla zona di costruzione e al materiale usato, ma tutti gli strumenti realizzati a mano richiedono grande precisione e competenza.

In questo articolo analizzeremo le caratteristiche degli strumenti più importanti della tradizione musicale popolare italiana, che continuano ancora oggi a far parte della cultura dei popoli.

Uno degli strumenti più diffusi nella musica folk: la zampogna

Tra gli strumenti della tradizione popolare con più storia c’è, sicuramente, la zampogna. Quest’ultima ha accompagnato numerosi canti folkloristici in varie occasioni e si è diffuso in molte regioni italiane, soprattutto al Sud.

In questo contesto, è anche conosciuta con il nome di “ciaramedda” e per realizzarla vengono utilizzati materiali tipici di aree in cui è molto diffusa, tra i popoli, la pastorizia.

Il suono della zampogna è tipicamente dolce e viene prodotto da alcune canne, che vibrano grazie all’aria che viene immagazzinata all’interno di una sacca realizzata in pelle di capra o di pecora. Il suonatore immette dell’aria dall’imboccatura delle canne, così che si produce il tipico suono di questo straordinario strumento.

Nella sacca si inseriscono sia le canne che servono a produrre la melodia che quelle di bordone. Le diverse note, poi, vengono generate tramite la chiusura o l’apertura di piccoli buchi realizzati sulle canne stesse.

Possiamo trovare, in base alla zona di diffusione, zampogne con 4 o 5 canne. Tali strumenti, generalmente, servivano ad accompagnare canti popolari della tradizione.

Ciaramedda calabreve e tamburello – PIetro Crea e Francesco Di Mondo – video di David M

Le caratteristiche del ritmo nella tradizione musicale popolare

Prima di analizzare gli altri strumenti tipici della tradizione popolare, bisogna sottolineare come il ritmo sia affidato, in questo genere, o alle percussioni o agli strumenti a corda.

Nella prima categoria troviamo principalmente le grancasse e i tamburelli. Spesso, questi erano gli unici strumenti che caratterizzavano le bande musicali popolari.

Uno degli strumenti a percussione più antichi è il “Tocca Tocca“. Quest’ultimo era costituito da una sezione centrale realizzata in legno di castagno, con un parti mobili che, muovendo lo strumento, andavano a battere sulla tavola centrale, così da generare il tipico suono. In passato, ma ancora oggi in piccoli paesi che mantengono la tradizione, viene utilizzato per annunciare ai fedeli la morte di Gesù Cristo e l’inizio del rito pasquale.

Uno degli strumenti musicali popolari più antichi: il tamburello

Tra gli strumenti popolari più diffusi e conosciuti c’è, senza alcun dubbio, il tamburello. Si tratta di uno strumento musicale a cornice, caratterizzato da una sezione in legno e da una cornice sulla quale viene inserita una pelle di animale (solitamente di capra).

La tradizione popolare vuole che la pelle sia posta sulla cornice utilizzando dei chiodi di legno o, in alternativa, tramite una fascia realizzata con lo stesso materiale. Dentro la cornice vengono applicati degli inserti in metallo, che venivano ottenute dalle latte in cui venivano conservati alcuni alimenti.

I tamburelli possono avere diametri differenti, che partono da circa 25 centimetri per arrivare anche a 70 centimetri. Naturalmente, le dimensioni determinano anche un cambio del suono. Stesso discorso vale per il numero di parti metalliche applicate sulla cornice.

Questo strumento produce, essenzialmente, due suoni: uno grave, generato dalla pelle di capra, e uno acuto, che deriva dagli inserti metallici.

Uno degli strumenti a corda più utilizzati nella tradizione musicale popolare: la chitarra battente

Tra gli strumenti più antichi della tradizione musicale popolare c’è la chitarra a battente. La sua storia, infatti, ha inizio nel 1500 e si è diffusa sia in Italia che nel resto dell’Europa. Oltre a essere stata molto utilizzata in diversi parti del continente, questa chitarra è stata modificata dalla classe contadina, proprio per essere adattata al loro stile musicale, discostandosi dalla tradizione barocca.

Le tecniche per la costruzione della chitarra a battente erano abbastanza rudimentali. Infatti, venivano utilizzati materiali di scarto, come legna occasionale. Per questo strumento folk, non esistono delle composizioni musicali appositamente scritte. Infatti, nel corso della sua storia questa chitarra è stata utilizzata esclusivamente dai ceti meno abbienti, mentre è stata snobbata dai compositori di corte, gli unici che avevano le conoscenze e le competenze per trasferire la musica nella forma scritta.

A differenza della chitarra che tutti conosciamo, quella a battente si distingueva per la sua forma, che richiama un otto allungato. La sua cassa è particolarmente bombata e pronunciata, con la tavola armonica che presenta un buco che veniva coperto, solitamente, da una carta colorata.

La chitarra battente presenta una tastiera che non va oltre i dodici tasti, con i piroli che sono posti alla fine del manico. Le corde sono cinque (doppie) e sono realizzate in metallo terminale del manico. Il loro spessore è uguale, ma negli anni si sono diffuse diverse varianti.

Lo stesso strumento, diffusosi nella tradizione contadina, ha invece quattro corde, in quanto è stata eliminata la terza (il sol). In certi casi è possibile trovare una quinta corda che svolge la funzione di nota fissa.

Per quanto riguarda il ponticello, invece, questo è molto basso ed è mobile. Rimane fermo al suo posto grazie alla pressione esercitata dalle diverse corde della chitarra.

Danza Ionia – Chitarra battente – Francesco Loccisano e Marcello De Carolis – Video di Calabria Sona

Uno strumento a corda dal grande fascino: la lira

Lira da gamba - Foto di Thom Quine / Wikipedia
Lira da gamba – Foto di Thom Quine

La lira è uno tipico strumento della tradizione musicale popolare che è costituito da tre corde, che vengono fatte vibrare attraverso l’uso di un archetto. Il suono prodotto dalla lira è unico e la sua funzione è principalmente melodica. In alcuni spettacoli o esecuzioni folk, tale strumento sostituisce il violino.

Rispetto ad altri strumenti, la lira viene realizzata da un unico pezzo di legno, sul quale viene poi installata la tavola armonica. Una caratteristica particolare della lira è la presenza di due fori di risonanza, di forma ovale o circolare. Nella sezione posta tra i due buchi, viene inserito il ponticello.

In passato, le corde venivano realizzate utilizzando il budello di animali. In alternativa, si ricavavano delle fibre dall’agave. Oggi, invece, tali materiali sono stati sostituiti dal nylon, con il quale si producono anche le corde delle chitarre classiche.

I tipici suonatori di lira utilizzano la mano sinistra per tastare le corde, mentre con la destra sfregano l’archetto su due corde alla volta. Quella centrale ha la funzione di bordone. La lira va posizionata in verticale, con il suonatore che può decidere se rimanere seduto, tenendo lo strumento fermo tra le gambe, o in piedi poggiandolo su un ginocchio.

Ogni regione in cui si è diffusa ha visto una modifica della diteggiatura, che si è adattata allo stile musicale popolare di ogni zona. In generale, la lira ha avuto una grande importanza soprattutto nelle tradizioni musicali delle regioni mediterranee.

Uno strumento della musica folk che nasce nell’800: l’organetto

La fisarmonica diatonica, conosciuta principalmente con il nome di organetto, è uno strumento che è stato inventano nel 1829 e si è diffuso nella musica popolare soltanto nel ‘900, quando ha iniziato a sostituire le cornamuse.

L’organetto, quindi, si è distinto come protagonista dei balli popolari in cui si diffusero sempre più danze prima sconosciute come, ad esempio, il liscio. La sua storia, in questo ambito, fu molto breve, dato che iniziò a diffondersi la fisarmonica. Questo è il motivo per cui l’organetto tornò a essere uno strumento utilizzato nelle campagne.

Dal punto di vista tecnico, l’organetto non è altro che una fisarmonica che presenta due casse di legno che vengono collegate grazie all’utilizzo di un mantice di cartone. Dentro queste casse si trovano i castelli, elementi che servono a sorreggere le ance (delle piastre metalliche che producono i suoni attraverso le vibrazioni). Tramite i tasti si aprono le valvole che, grazie al movimento del mantice, permettono all’aria di passare e di attivare le ance.

Organetti Castagnari – video di Mimmo Mirabelli