Lira: storia, come è fatta e come si suona

Lire cretesi - Museo di Atene

La Lira (lyra)è uno strumento musicale che appartiene alla categoria dei cordofoni e che in particolare fa parte della famiglia dei liuti a gioco. Quest’ultima definizione indica che lo strumento di cui si sta parlando rientra in una delle sottofamiglie dei liuti e nella classificazione Hornbostel-Sachs viene nominato con il codice 321.2. Tale numero indica la presenza di una o più corde sulla struttura del dispositivo.
I liuti a gioco vengono suonati pizzicando le corde o (più raramente) utilizzando un archetto. In origine il musicista si aiutava con un plettro, ma oggi esso non viene più usato.

La lira è composta da una cassa armonica su cui sono collegati due bracci verticali (detti corna) uniti tra loro da un asse trasverso. Tra esso e l’armonica ci sono le corde. Queste ultime possono essere di numero variabile (tre, cinque, otto o dodici) e sono annodate lungo l’asse.
Il materiale con cui questo strumento viene costruito è prevalentemente il legno, anche se ci sono degli esemplari prodotti in avorio.


Tipi di lire

Esistono diverse tipologie di lira, che vengono indicate qui di seguito:

  • lira da braccio: si tratta di uno strumento di origini rinascimentali che assomiglia vagamente a una viola in quanto possiede una cassa armonica e un manico. Viene utilizzata suonandola con l’archetto e ha un numero di corde elevato;
  • lira da gamba: si può chiamare anche lirone (o lirone perfetto) ed è usata prevalentemente come accompagnamento per le voci;
  • lira organizzata (o ghironda): veniva suonata nel periodo barocco ed era accompagnata sempre da un piccolo organo;
  • galduca: è originaria della Bulgaria ed è parente della lira calabrese. Viene apprezzata prevalentemente nelle musiche da ballo;
  • lira calabrese: è chiamata così perché è uno strumento tradizionale delle zone calabresi di Locride e Monte Poro. Normalmente viene accompagnata da un tamburello o da dei fischiotti.
  • kissar: è originaria del’Africa Settentrionale e ha una struttura molto particolare. È infatti costituita da cinque corde e un corpo centrale circolare realizzato in carapace di testuggine o legno

Storia della lira

Ci sono molte teorie contrastanti riguardo chi possa effettivamente aver inventato la lira, ma tutte queste sono d’accordo nel ritenere che lo strumento sia un cavalcatore di epoche. Questo significa che la lira ha visto la sua nascita moltissimo tempo fa ed è arrivata fino ai giorni nostri senza subire particolari cambiamenti nella sua struttura e funzione.

La teoria più diffusa sulla nascita di questo strumento è che sia stato Hermes a crearlo e che poi in era preclassica abbia raggiunto la Grecia dove è divenuto uno dei simboli più importanti della cultura cittadina. Tra i luoghi considerati plausibili per la sua effettiva creazione ci sono l’Europa meridionale, il Nordafrica e l’Asia Occidentale.
La struttura originale prevedeva la presenza di una cassa centrale formata da una testuggine. Su di essa venivano incollate due corna di animale (normalmente di capra o ariete) su cui erano poi poste le corde. Le prime lyre si suonavano aiutandosi con un plettro in quanto le stringhe erano molto dure.

Molto tempo dopo, nel Medioevo, le due corna iniziarono a essere costruite con il bordone, un grosso e lungo bastone ricurvo ricavato dal legno di fidel.
Per quanto riguarda il numero di corde presenti sullo strumento, la storia ci narra che la prima lira aveva tre o quattro corde, le quali sono andate poi aumentando nel tempo a seconda delle tradizioni locali in cui appariva lo strumento stesso. In particolare, dalla prima metà del V secolo le corde diventarono otto e poco dopo nove (curiosità: la lire eptacorde è diventata nel tempo il simbolo religioso dei romani ed era usata nei riti cattolici). Nella seconda metà dello stesso secolo il numero è stato portato a undici grazie a Phrynis di Mitilene. Successivamente Timoteo ha aggiunto la dodicesima e ultima corda.

La storia di questo strumento musicale non è certa perché si basa molto su leggende. Si sa però con certezza che il suo uso era molto diffuso nel Medioevo e che è rimasto importante anche nel corso del Seicento finché non è stato sostituito dalla viola.

Sulla lira moderna si hanno molte più notizie: essa è stata creata nel 1920 da Edmun Pracht e Lothar Gartner su indicazione di Rudolf Steiner. Inizialmente veniva usata per la pedagogia curativa e solo dopo è stata inserita all’interno delle orchestre come strumento da concerto.

La lira nella mitologia

Questo dispositivo porta sulle spalle un’innumerevole quantità di leggende, ma solo alcune sono particolarmente note agli appassionati.
Il mito più famoso riguarda la creazione vera e propria dello strumento da parte di Hermes, il messaggero degli dei greci. Secondo la leggenda, il dio trovò e uccise una tartaruga in una grotta e dopo averne preso il carapace vi tese all’interno delle corde (precisamente sette fatte con budello di pecora). La lira venne poi donata da Hermes ad Apollo per ripagare tutti i suoi debiti e quest’ultimo la regalò poco dopo a suo figlio Orfeo.

La lira più famosa secondo la mitologia è proprio quella di Orfeo. Essa simboleggia le virtù apollinee ed è in netto contrasto con il flauto di Dioniso. In effetti secondo la cultura greca la lira rappresentava la perfezione, la bellezza classica, la moderazione e l’equilibrio; il flauto invece era portavoce di celebrazione ed estasi.

Come si suona la lira

Prima di imparare a maneggiare questo stupendo strumento, ecco un piccolo consiglio: nel momento dell’acquisto è importante tenere conto della propria manualità e del tipo di musica che si vuole produrre. Per esempio una lira di tipo calabrese ha delle corde di nailon che tengono maggiormente l’accordatura.

Accordare questo strumento è piuttosto semplice anche se si è alle prime armi: basta tenere conto della lunghezza della lira (dalle chiavette al ponte) o del diapason per poter decidere quale tonalità utilizzare per l’accordatura. I gradi che devono essere rispettati sono però sempre II, V e I. Normalmente le corde sono accordate per quarte come la, re, sol e do.

La lira si suona mantenendo una posizione seduta e appoggiando lo strumento tra le ginocchia o su una gamba (quasi sempre la sinistra). Con una mano si tiene il manico o uno dei corni e con l’altra si pizzicano le corde (o si strofina l’archetto se il tipo di strumento lo richiede). Per produrre una buona melodia è necessario che il movimento delle dita sia fluido e mai rigido. Solitamente si tenta di produrre un suono acuto e quindi si pizzica la prima corda mentre si sfiora la seconda. Quest’altra ha la funzione di emettere un suono di sostegno.
Siccome la lira non ha tasti, per imparare bene a suonare lo strumento è fondamentale ricordare come e dove posizionare le dita per produrre le varie note. I suoni Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si sono ripetuti sistematicamente sulle corde.


Altre fonti per approfondire