Oboe: storia, suono e caratteristiche

oboe

L’oboe è uno strumento musicale a fiato estremamente affascinante, appartenente alla famiglia dei legni. Il suono avvolgente e la qualità costruttiva della sua struttura lo hanno reso uno strumento molto apprezzato da chi ama la musica leggera. Nelle prossime righe si andranno a esaminare quelle che sono le origini, il funzionamento e l’approccio da avere per poterlo suonare nel migliore dei modi.

Quando ci si riferisce all’oboe si identifica uno strumento musicale a fiato con ancia doppia. Il suono prodotto dall’oboe è dato dalla vibrazione di un’ancia formata da due palette. La sua caratteristica principale è da ricercare in un suono penetrante e leggero, condizione dovuta alla forma conica usualmente realizzata in legno.

Nella gran parte dei casi l’oboe viene utilizzato per la musica da camera, nelle bande e soprattutto nelle orchestre sinfoniche, ma diversi musicisti amano suonare questo strumento anche senza accompagnamento. Tra i compositori che hanno implementato l’oboe nel proprio repertorio figurano Antonio Vivaldi, Domenico Cimarosa, Wolfgang Amadeus Mozart, Richard Strauss e tanti altri.
Negli ultimi anni l’oboe è uno strumento sempre più diffuso per la realizzazione di colonne sonore, tanto quanto per i brani di musica leggera.


Come è fatto un oboe

Questo strumento musicale a fiato, a doppia ancia, che ha la capacità di produrre il suono sfruttando la vibrazione di un’ancia formata da due palette, è composto da un corpo allungato a forma conica. Il materiale utilizzato è principalmente il legno d’ebano, anche se nei modelli più moderni non è difficile reperire un oboe in palissandro, il celebre legno rosa.

Per comprendere al meglio come è fatto l’oboe bisogna identificare le sue tre sezioni, infatti, esso è composto da una sezione superiore, una centrale e la campana.

La prima sezione, composta dalla parte superiore, si caratterizza per un rigonfiamento sulla sommità, in gergo viene denominato cipolla; al cui centro viene posizionata un’ancia.

Nella seconda sezione, la parte centrale, l’oboe presenta due chiavi (Mi e Do) con leve sagomate a cuore oppure nella più comune forma a coda di pesce. Questi elementi possono essere attivati sia dal mignolo destro che sinistro.

L’ultima sezione, la campana, ha un volume maggiore ed è indispensabile per la regolazione dell’intonazione. Le chiavi che vengono posizionate sull’oboe sono realizzate in metallo e consentono di effettuare tre funzioni: determinare l’altezza del suono, eseguire le note più acute e facilitare trilli e mordenti.

Oboe – Made In Orchestra

Le origini e la storia dell’oboe

Identificare una data certa delle origini dell’oboe non è semplice, questo strumento musicale è molto antico, infatti, uno dei suoi progenitori è l’Aulòs, caratterizzato da un’ancia doppia e utilizzato nell’antica Grecia. Volendo identificare il diretto antenato dell’oboe, ci si ritrova tra i più affidabili la Ciaramella, uno strumento musicale della famiglia delle bombarde che veniva utilizzata nel Medioevo. La Ciaramella, a differenza dell’oboe ha un suono molto più aspro e potente, infatti, veniva utilizzata prevalentemente all’aperto.

Nel corso del tempo, l’esigenza di realizzare uno strumento meno potente, che potesse accompagnare anche le orchestre più piccole, ha fatto posto all’oboe. Nel periodo barocco, saranno i fratelli Nicolas, Jean e Jacques Hotteterre a diffondere l’oboe come lo si conosce oggigiorno. I fratelli Hotteterre realizzarono uno strumento dal timbro più morbido e con un’estensione dei suoni più ampia rispetto alla meno duttile Ciaramella.

Sebbene nel periodo barocco l’oboe inizi la sua trasformazione come lo si conosce oggi, non era né esteticamente né foneticamente paragonabile agli attuali strumenti musicali di questa famiglia. L’oboe dei fratelli Hotteterre era quasi privo di chiavi e per ottenere le note nel registro superiore bisognava aumentare la pressione dell’aria. Considerando l’oboe moderno invece, sono presenti diverse chiavi, realizzate per migliorare il comfort del musicista nel raggiungere le note alte.

Nel corso del tempo però, il corpo dello strumento non ha subito cambiamenti radicali, sono le chiavi ad aver conferito alla struttura dello strumento musicale una nuova fisionomia.

Tipi di oboe

Per quanto l’oboe non abbia subito trasformazioni radicali nel corso degli anni, cambiando principalmente il numero di chiavi e il materiale, è possibile identificare diverse tipologie. Scegliendo un oboe non ci si affida solo a uno strumento musicale capace di generare un suono morbido, ma si possono ottenere diverse sfumature e adattarlo alle composizioni che si ha il desiderio di riprodurre. Le tipologie di oboe principali sono: oboe sopranino, oboe soprano in Do, oboe mezzosoprano in La, oboe contralto, oboe da caccia in Fa, oboe da caccia in Do e Hackelfono.

Oboe sopranino: questa tipologia di strumento musicale, conosciuto anche come Musette, permette di gestire nel migliore dei modi le chiavi in Fa e una quarta sopra. Sebbene sia tra i più apprezzati, attualmente è l’oboe più datato e meno diffuso.

Oboe soprano in Do: chi sceglie un oboe, soprattutto per avvicinarsi all’apprendimento di questo strumento musicale, nella gran parte dei casi opta per questa tipologia. L’oboe soprano può essere considerato l’esponente principale della famiglia ed offre tutto ciò di cui un musicista ha bisogno.

Oboe mezzosoprano: conosciuto anche come oboe d’amore, produce principalmente suoni in La e con una terza minore sotto. Usualmente viene utilizzato nelle orchestre musicali che hanno bisogno di ricreare un’atmosfera delicata e avvolgente.

Oboe contralto: nell’immaginario comune questa tipologia di oboe è conosciuta come il corno inglese in Fa. Permette di riprodurre una quinta sotto nella versione attuale, mentre nei modelli più antichi il suo suono era impostato in Sol e con una quarta sotto. Il suo utilizzo è principalmente legato agli eventi popolari.

Oboe da caccia in Fa: nella sua versione in contralto in Fa, l’oboe da caccia permette di generare suoni una quinta sotto. Questo strumento musicale è, da un punto di vista storico, un corno inglese dell’epoca barocca, infatti, presenta una forma ricurva che si differenzia notevolmente dai modelli attualmente in commercio.

Oboe da caccia in Do: scegliendo la tipologia di oboe da caccia, baritono in Do, si può beneficiare di uno strumento musicale capace di generare suoni un’ottava sotto l’oboe soprano. Può essere una scelta ponderata per chi desidera una via di mezzo tra l’oboe più comune e uno strumento musicale che riesca a fornire dei suoni più potenti.

Heckelfono: affidandosi a questa tipologia di oboe, tenore in Do, è possibile generare un’ottava sotto quello che è l’oboe soprano. Tecnicamente è caratterizzato da un’ancia doppia con cameratura larga, molto simile a quella dell’oboe più conosciuto. La sua origine risale al 1904 e presenta un timbro molto scuro, uno dei compositori che lo ha utilizzato è stato Richard Strauss, nello specifico nelle opere: Salomè, Alpensinfonie ed Elektra.


Come si suona l’oboe

Affinché si possa suonare nel migliore dei modi l’oboe è molto importante che la gola rimanga aperta e si posizioni la bocca morbidamente, senza stringere. L’oboe, per generare delle note acute, necessita di un sostegno, si ha quindi l’esigenza di soffiare bene con il diaframma. Per avere un’idea più chiara di come suonare questo strumento musicale a fiato, è opportuno analizzare i passaggi principali per non commettere errori banali.

Affinché si possa produrre un suono con l’oboe è opportuno appoggiare l’ancia tra le proprie labbra, cercando di coprire i denti, soffiando poi all’interno dello strumento. Per ottenere un controllo maggiore dell’intonazione è fondamentale non imboccare l’ancia troppo in profondità, ciò influirebbe anche sul timbro.

Una volta imboccata l’ancia nel modo corretto, il passo successivo è quello di farla vibrare nel modo corretto, per ottenere il risultato desiderato bisogna inumidirla. Usualmente è consigliabile utilizzare un piccolo recipiente con dell’acqua al suo interno, in cui poter immergere l’ancia prima di utilizzarla per suonare.

Per quanto possano essere costruite con materiali di qualità, usualmente di arundo donax, le ance sono estremamente delicate e possono subire dei danni con i forti cambiamenti climatici. Bisogna tenere in considerazione che lo stesso strumento musicale possa generare un suono leggermente diverso in condizioni climatiche avverse, dovrà essere l’oboista a adattarsi a tali inconvenienti.

Le ance possono diventare secche, troppo chiuse oppure troppo secche, vi è quindi la necessità di valutare bene le condizioni delle ance ogni volta che si dovrà utilizzare lo strumento musicale.

Conclusioni

Negli ultimi anni l’oboe è diventato uno strumento musicale molto più semplice da utilizzare.

Per quanto le sue prime versioni necessitavano di una particolare sensibilità per produrre dei suoni gradevoli, grazie all’evoluzione di materiali e delle chiavi è diventato più semplice da suonare, che non significa semplice in senso assoluto. Lo studio sta sempre alla base dell’utilizzo di uno strumento musicale.

Grandissimi compositori hanno inserito nelle loro opere questo strumento musicale, meraviglioso per sviluppare una composizione unica e versatile.