Timpano: storia, caratteristiche, suono e come si suona

Musicista suona timpani - orchestra

Arrivato in Europa con le Crociate, il timpano è un particolare tipo di tamburo costituito da una cassa semisferica a forma di coppa sulla quale è tesa una membrana che viene percossa con due battenti. Diversamente dalla maggior parte dei membranofoni, il timpano ha un’intonazione determinata, può essere cioè accordato ad altezze ben definite mediante speciali pedali. Potendo svolgere sia una funzione ritmica che melodica, è considerato uno dei più importanti strumenti a percussione. Non a caso, è quello di più antica introduzione in orchestra, molto utilizzato fin dall’età barocca. Scopri storia, caratteristiche e suono del timpano, uno strumento che trova posto in vari contesti musicali, dalla musica classica a quella contemporanea.


Breve storia del timpano

Il timpano è uno strumento musicale di origini molto antiche. Il suo predecessore, di provenienza orientale, era già conosciuto presso i sumeri e, dal V secolo a.C., anche in Grecia (τύμπανον). Questo antico prototipo di timpano era ampiamente utilizzato nelle cerimonie festive, per ritmare danze e canti, soprattutto religiosi. Con la sua cadenza frenetica, favoriva l’esaltazione dei devoti al culto di Dioniso, Cibele e Attis, divinità queste ultime originarie della Frigia.

Si ritiene che i timpani veri e propri, capaci di emettere suoni di diversa intonazione, furono introdotti in Europa dai Saraceni, nel XII secolo. Gli arabi lo chiamavano naqqāra (da qui il nome italiano di naccheroni), termine che indica uno strumento militare a percussione simile al tamburo che veniva suonato a cavallo o sul dorso di un cammello per scandire le fasi della battaglia. Il suo fragoroso suono aveva lo scopo di aumentare il livello di tensione delle proprie truppe e innervosire l’avversario.

La prima apparizione dei timpani in orchestra avvenne nel 1607 nell’opera Orfeo di Claudio Monteverdi. Tuttavia, l’introduzione di questo strumento in orchestra viene generalmente attribuita al musicista francese Lully nella tragedia in musica Thésée del 1675. Anche Haydn inserì interventi di timpani nelle sue sinfonie. In particolare, la sinfonia n. 103 viene indicata “col rullo di timpani”, a causa della lunga rullata con cui i timpani aprono il primo movimento.

Per molto tempo associato alla tromba, il timpano non divenne uno strumento solista fino ai tempi di Beethoven, che contribuì a conferirgli autonomia e valore espressivo. Ne è un esempio tipico il secondo movimento (uno Scherzo) della Sinfonia n. 9.

Tra i costruttori di timpani, i più conosciuti sono i tedeschi, i quali nel XVI secolo inventarono i tiranti a vite, che permettevano di modificare la tensione della membrana per raggiungere un’intonazione perfetta. Il primo timpano a pedali fu costruito in Germania nel 1882. Questo consentiva di cambiare l’intonazione con la semplice pressione del piede, dando grande impulso alle potenzialità dello strumento.

In epoca contemporanea, i timpani hanno assunto un ruolo importante anche al di fuori della musica classica. Basti citare il corposo assolo di timpani presente nella sigla iniziale dei Flintstones, ispirata alla Sonata per pianoforte n. 17 di Beethoven (La Tempesta). Il timpano è oggi impiegato anche nella musica pop e rock grazie a batteristi come Roger Taylor dei Queen.

Roger Taylor fa un assolo con il timpano – CONCERTO ROCK MONTREAL DEL 1981 – CANALE Michelle Park

Timpano: carta d’identità

Il timpano è uno strumento a percussione formato da una semisfera di rame, ottone o altre leghe metalliche (caldaia), chiusa nella parte superiore da una membrana regolabile. Un tempo questa membrana era costituita da pelle animale (bue, capra, vitello, ecc.); oggi invece è composta da un foglio di mylar, un materiale di ottima qualità, più resistente all’umidità e alle variazioni di temperatura. La pelle del timpano viene tesa per mezzo di sei o otto viti, che permettono di ottenere un’ampia gamma di suoni.

Il suono si ottiene percuotendo la pelle con due bacchette (battenti), solitamente in frassino, dalla testina arrotondata e ricoperta di feltro, cotone o altro materiale a seconda dell’effetto che si vuole ottenere. Alla produzione del suono partecipa anche la caldaia, sia per mezzo delle sue pareti sia attraverso l’aria racchiusa, che funge anche da blocco per l’onda sonora diretta verso il basso.

A seconda del diametro della caldaia, il timpano può essere:

  • basso (75-80 cm)
  • grande (65-70 cm)
  • piccolo (60-65 cm)
  • acuto (55-60 cm).

La sua famiglia di appartenenza è quella dei membranofoni, di cui fanno parte tutti gli strumenti musicali in cui l’elemento vibrante è costituito da una membrana tesa.

Il timpano è l’unico membranofono ad intonazione determinata: l’altezza del suono emesso dipende infatti dalla tensione della pelle, che può essere regolata attraverso un meccanismo azionato dai pedali posti sotto la caldaia. Agendo contemporaneamente su tutti i tiranti a vite, i pedali provocano un maggiore o minore tensione della membrana. La nota determinata viene indicata dall’indicatore di accordatura, posizionato sul lato destro o sinistro dello strumento.

Un tempo le viti di tensione venivano strette o allentate manualmente una ad una e non era quindi possibile accordare lo strumento durante l’esecuzione di un brano. Di conseguenza, per coprire tutta l’estensione richiesta dalla partitura, venivano usati diversi strumenti.

Tra le case costruttrici più celebri ci sono: Ludwig, Pearl, Adams, Yamaha, Majestic, Evans, Ringer Gunter.

Che suono ha il timpano?

Come si è detto in precedenza, il timpano produce suoni di intonazione determinata ed ha quindi una funzione sia armonica che ritmica. L’altezza del suono può essere modificata con grande precisione, tanto da consentire al timpanista di produrre note diverse fra loro. A seconda che si tenda più o meno la pelle, il suono sarà più o meno acuto. Tuttavia, l’accordatura ha il limite di una quinta, per cui di solito si utilizzano più timpani (almeno due), in modo da avere una maggiore varietà di suoni.

Un altro fattore che influenza il timbro dello strumento è la grandezza del bacino: maggiori sono le dimensioni del bacino, più profondo e potente è il suono prodotto.

Come si suona il timpano

L’esecutore (timpanista) suona in piedi tenendo nelle mani le bacchette che servono per colpire la membrana. Questa viene percossa ad un quarto di distanza tra il bordo e il centro. A tal proposito, è importante sapere che più il colpo è fatto vicino al bordo, più il suono sarà brillante.

Tra le tecniche di esecuzione più usate c’è il “glissando“, che si ottiene percuotendo la membrana e contemporaneamente premendo il pedale durante la sua oscillazione libera.

Importante è anche il tipo di bacchetta usata: l’utilizzo di battenti diversi permette di regolare il “colore” e la “secchezza” del suono. A volte, nel corso dell’esecuzione di un brano, si possono alternare bacchette di diversi materiali, in modo da ottenere effetti sonori differenti.

Uso dei timpani

Nelle orchestre di musica classica/sinfonica, i timpani sono presenti almeno in coppia e sono posizionati in fondo, tra gli altri strumenti a percussione e gli ottoni. Se la composizione lo richiede, il timpanista può essere circondato da set comprendenti tre, quattro o più strumenti di diverse intonazioni, che suona alternando diversi tipi di mazze, in modo da ottenere una varietà di effetti sonori.

Nella musica sinfonica, il timpano si presta molto bene alla rappresentazione di fenomeni naturali, come temporali e tempeste, ma anche di stati emozionali drammatici. Essenziale è il suo ruolo nella preparazione (rullio), nella creazione di grandi sonorità e nei pianissimo carichi di tensione e di attesa.

A volte lo si trova nelle bande musicali, utilizzato con tracolla e suonato con bacchette specifiche.