Imparare a suonare l’armonica a bocca

Armonica a bocca, imparare a suonarla

Quanti hanno ricevuto durante la loro infanzia un’armonica a bocca in regalo? Certo magari non è più di moda oggi. Per tanti comunque è stato il primo approccio al mondo della musica assieme all’immancabile flauto dolce (o alla melodica…) per la scuola dell’obbligo.
Spesso ci siamo fermati all’esecuzione di “Oh Susanna” per poi abbandonarla in un cassetto; in realtà l’armonica possiede tante caratteristiche positive e una spiccata personalità musicale.
Nonostante l’aspetto e le dimensioni è tutto fuorché un giocattolo.

Chissà che, una volta presa coscienza delle grandi potenzialità di questo versatile strumento, non si voglia porre rimedio decidendo di imparare a suonare l’armonica.

La storia dell’armonica

Il primo antenato dell’armonica, secondo gli storici della musicologia, fu lo shêng cinese, uno strumento a fiato con una storia plurimillenaria.
Secondo le opinioni e le fonti più accreditate, la nascita dell’armonica a bocca risale al secondo decennio del 1800, grazie all’inventiva del tedesco Christian F. Ludwig Buschmann, un adolescente, figlio di costruttori di strumenti musicali.
Inizialmente era un oggetto piuttosto ingombrante e non era chiaro se funzionasse solo soffiando o anche aspirando.

Toccò a Joseph Richter, pochi anni dopo, occuparsi dell’evoluzione dell’armonica, riducendone considerevolmente le dimensioni e introducendo la possibilità di suonarlo anche aspirando. In questo modo aumentarono le qualità espressive e le note suonabili portando di fatto lo strumento alle caratteristiche attuali.
Nella seconda metà del’800 Matthias Hohner portò al successo planetario l’armonica, grazie alla produzione di quasi un centinaio di modelli, studiati per soddisfare suoni e culture musicali delle tradizioni di tutti i Paesi.

Basti sapere che nei primi anni del 1900 vennero realizzate e commercializzate oltre 8 milioni di armoniche.
Fin dal suo esordio, lo strumento ebbe un dilagante successo soprattutto in America e in particolare negli Stati Uniti dove divenne protagonista assoluto della musica country e subito dopo del blues, grazie al suono perfetto per le atmosfere tipiche del genere.
Nei decenni successivi l’armonica diventerà una presenza costante in molte partiture e incisioni di jazz, rock e musica classica.

Nel 1951, per la prima volta, grazie al mitico bluesman Little Walter, si inciderà su un disco il suono di una armonica elettrificata; pochi anni dopo la sonorità inconfondibile dello strumento farà bella mostra nei dischi del gotha rock e “alternative” mondiale.

L’apporto dei cantautori che ne intuiscono le enormi capacità espressive in abbinamento alla chitarra, sarà fondamentale: Bob Dylan, Rolling Stones, Neil Young, The Beatles, Stevie Wonder e il nostro Edoardo Bennato sono alcuni degli esempi più prestigiosi.
Impossibile non citare, tra le innumerevoli colonne sonore di cui l’armonica è protagonista, il tema di “C’era una volta il west” composto dal grande Ennio Morricone per il film di Sergio Leone.

Come è fatta l’armonica

L’armonica è realizzata con l’unione di pochi componenti fondamentali: il corpo centrale, detto “comb“, i due gusci esterni, le “covers“, e le placche porta ance che si trovano all’interno.
Quando soffiamo o inspiriamo nello strumento, il passaggio dell’aria produce il suono grazie alla vibrazione delle ance. Queste ultime sono lamelle sottilissime, realizzate in ottone, bronzo o – più raramente – in acciaio. I gusci esterni che proteggono le ance e le placche fanno anche da cassa di risonanza e solitamente sono utilizzati per incidervi sopra il marchio della casa costruttrice, il nome, il modello dell’armonica e varie decorazioni.
L’armonica è l’unico strumento a fiato che permette di ottenere il suono sia soffiando che aspirando. Infatti lo stesso foro può produrre due note differenti.

I vari tipi di armonica

Esistono tantissimi tipi di armoniche, ma per rendere più semplice la classificazione divideremo lo strumento in due categorie fondamentali: la diatonica e la cromatica.

L’armonica diatonica

L’armonica diatonica, come spiega il termine stesso, ci consente di ottenere una scala musicale maggiore ed è nella maggior parte dei casi dotata di 10 fori.
È possibile acquistare uno di questi strumenti con una accordatura ben specifica che permette di eseguire agevolmente brani e note nella tonalità prescelta.
Quindi se optiamo per una armonica in do, le note che potremo suonare più agevolmente saranno do, re, mi, fa, sol, la, si. Inoltre, ogni volta che soffieremo (o aspireremo) in contemporanea in più fori si otterrà un accordo di tonica.
Il mercato offre oggi moltissime tipologie di accordatura per musicisti sempre più specializzati ed esigenti; si va da quelle per minori naturali alle minori armoniche, fino alla variante “diminuita” che permette l’esecuzione di tutta la scala cromatica grazie alla tecnica del bending.
Le armoniche “tremolo” hanno due serie di fori appaiati, in cui le ance vibrano in contemporanea con un tono leggermente sfalsato; nei modelli “ottava” le due ance vibrano insieme producendo un intervallo di ottava.

Per utilizzi ancora più specifici c’è la diatonica “piccolo” utilizzata in passato per il folk, i canti di montagna e la musica popolare in genere.
I modelli “basso” e “accordo” sono realizzati prevalentemente per un utilizzo in complessi di sole armoniche, dal trio in su fino alle orchestre e sono utilizzati con successo anche in ambito jazz , leggero e classico.

L’armonica cromatica

L’armonica cromatica è l’evoluzione dello strumento che ci consente di suonare qualunque genere musicale in ogni ambito e che grazie ai dodici fori normalmente presenti ci offre la possibilità di riprodurre tutte le note del sistema tonale, comprendenti quindi i diesis.
La particolarità di questo tipo di armonica è la presenza del registro, un pulsante che comanda il meccanismo che agisce sulla tonalità, aumentandola di un semitono.

L’armonica cromatica può essere disponibile in varie configurazioni di accordi e dimensioni; le più grandi possono coprire, infatti, ben quattro ottave restando sotto i venti centimetri di lunghezza. Significa poter godere di una estensione praticamente uguale a quella di una comune tastiera con 49 tasti in uno spazio ridottissimo, a portata di taschino.
Se a queste caratteristiche aggiungiamo la varietà di timbri, accordi, vibrati ed effetti ottenibili comprenderemo facilmente perché l’armonica cromatica – al pari di tutti gli altri strumenti a fiato – possa contribuire alle esecuzioni musicali con una varietà espressiva eccezionale.

Anche le armoniche cromatiche sono disponibili in varianti che ne assecondano utilizzi più specifici. Tra le tante accordature tra cui poter scegliere va segnalata quella basata sulla scala esatonale, di difficile utilizzo, ma dalla resa molto suggestiva visto che a parità del numero di fori amplia l’estensione di note ottenibili.

Imparare a suonare l’armonica

Come avrete intuito, a dispetto delle dimensioni ridotte e della semplicità costruttiva, imparare a suonare l’armonica a bocca non è affatto semplice, ma occorrono studio e applicazione costanti.
Il primo consiglio per il neofita che vuole iniziare è quello di partire con l’acquisto di una armonica diatonica e iniziare da subito con i primi esercizi, volti ad acquisire dimestichezza e sensibilità con uno strumento molto intimo.

Il primo fondamentale è il whistle (fischio) e ci insegna gradualmente a utilizzare con precisione un solo foro per volta fino a ottenere un suono pulito e ben definito.
La stessa cosa la faremo inspirando, sempre badando bene a isolare il suono del singolo foro ottenendo una dinamica costante sia con il soffio che con l’aspirato.

La respirazione è un aspetto fondamentale per chi suona uno strumento a fiato e lo è ancor più per gli armonicisti, gli unici a non aver bisogno di fermarsi per prendere aria.
Chi suona l’armonica produce un suono anche quando respira per questo è importante studiare affinché la dinamica e il volume siano costanti in ogni situazione; allo stesso modo bisogna imparare a dosare il fiato per non restare senza ossigeno.

Lo step successivo consisterà nell’imparare a ottenere accordi di accompagnamento soffiando in contemporanea in più fori.
Nel frattempo, tra un esercizio e l’altro sarà utile e divertente cominciare a eseguire qualche brano semplice, badando molto alla pulizia del suono e a prendere dimestichezza con la posizione delle note.

Fin dai primi giorni si dovrà porre attenzione alla posizione delle mani, così da tenere lo strumento nel modo giusto per la migliore emissione del suono.
Se a questo punto ci accorgiamo che si sta aprendo un mondo meraviglioso innanzi a noi, potremo prendere in considerazione l’idea di cominciare a fare sul serio, seguendo delle lezioni di teoria musicale e iscrivendoci a un corso specifico per lo studio dello strumento.
Questo ci permetterà in breve tempo di padroneggiare tecniche sempre più sofisticate ed efficaci, come il bending che ci introdurrà verso orizzonti musicali inesplorati.

Non gioco più, suono l’armonica

L’armonica è uno strumento completo, versatile e affascinante, facile da trasportare e poco bisognoso di manutenzione. Imparare a suonare l’armonica può essere una scelta felice per chi desidera entrare nel mondo meraviglioso della musica e dedicarsi a un programma di studio costante e serio. “Non gioco più…” cantava Mina, accompagnato dalla magica armonica del grande Toots Thielemans!