Il flauto dolce: come è fatto e la sua storia

Flauto dolce, storia e caratteristiche

Il flauto dolce è uno strumento musicale in legno appartenente alla famiglia degli aerofoni. Stiamo parlando di uno strumento comunemente detto a fischietto poiché il suono viene generato nel momento in cui l’aria, incanalata grazie a un apposito condotto, viene diretta contro una superficie chiamata labium.

Il flauto dolce soprano

Il flauto dolce soprano è la versione più conosciuta, anche perché studiato a scuola nell’ora di musica settimanale. Viene spesso denominato flauto dritto, in modo tale che possa essere facilmente distinto da quello traverso o, alternativamente, è chiamato flauto a becco per via della forma della sua particolare imboccatura.
Per suonare un flauto dolce è necessario mantenere lo strumento in posizione frontale rispetto alle labbra, diversamente da quanto accade nel caso di quello traverso.
La lunghezza di questi flauti è variabile, infatti, sono disponibili flauti più lunghi, ideali per l’emissione di suono gravi, oppure più corti e conseguentemente acuti.

Ogni flauto dolce è provvisto di otto fori, di cui sette sulla parte anteriore e uno soltanto su quella posteriore. Nel caso dei primi, è importante sottolineare come i primi tre a partire dall’alto saranno controllati dalla mano sinistra, mentre i restanti quattro verranno azionati dalla destra. Dunque, le dita inutilizzate saranno il mignolo della mano sinistra e il pollice della destra dato che quest’ultimo servirà a reggere lo strumento.

Il flauto dolce è composto da due parti fondamentali, una superiore e una inferiore. La parte più vicina al viso viene chiamata imboccatura ed è destinata a essere poggiata sulle labbra. Diversamente, la seconda, rappresenterà il corpo stesso dello strumento musicale. In alcuni casi, i flauti possono essere costituiti da un unico pezzo comprendente imboccatura e corpo del flauto, differentemente da altri realizzati in tre pezzi. La parte aggiuntiva viene chiamata piede, la sua forma ricorda quella di una campana, e su di essa è presente il settimo e ultimo foro.

Possono essere individuati due diversi modelli per quanto riguarda i flauti dolci. Questi si differenziano principalmente in base al numero di fori presenti, mentre le forme restano uguali. Tra questi si collocano il flauto tedesco e quello barocco.

I flauti tedeschi vengono cosi soprannominati in base al paese in cui questi modelli hanno potuto svilupparsi di più. Quelli barocchi fanno invece riferimento al periodo storico nel quale sono stati utilizzati maggiormente. Oltretutto, la differenza sostanziale tra i due modelli fa riferimento alla diteggiatura utilizzata per riprodurre un Fa.

Chiaramente, essendo uno strumento a fiato, il flauto dolce è in grado di emettere suoni soltanto grazie al fiato del musicista, il quale andrà a produrre delle vibrazioni all’interno di un tubo. Come precedentemente accennato, l’altezza di un suono, acuto o grave, è determinata dalla lunghezza della colonna d’aria, variabile in base a quella dello strumento stesso.

Infine, i fori posizionati sul tubo che costituisce il flauto danno la possibilità di modificare la lunghezza di questa colonna d’aria in maniera tale da permettere la riproduzione delle diverse note musicali.

La storia del flauto dolce

Il flauto dolce ha origini antichissime, tant’è che la diffusione di strumenti molto simili è risalente all’XI secolo. Tuttavia, gli esemplari di flauto dolce più datati risalgono al XVI secolo. Agli inizi, i flauti dolci erano impiegati prevalentemente nel repertorio musicale cameristico e, soltanto successivamente, intorno al XVII secolo, venne impiegato con successo nella musica orchestrale.
Nel rinascimento, questi strumenti presentavano un’estensione pari a un’ottava e mezzo, mentre l’intonazione era in Re o Sol, diversamente dagli odierni Do e Fa. Inoltre, per la loro costruzione erano utilizzati legni d’acero oppure di pero.

Al contrario, durante il barocco musicale, risalente al XVII secolo, gli strumenti in questione presentavano un’estensione superiore, pari a due ottave complete. Fu proprio in questo periodo storico che anche il nome dello strumento venne modificato e, da flauto dolce, divenne semplicemente flauto. Sempre in epoca barocca vennero modificate anche le forme dei flauti. Infatti, se ne rinascimento gli strumenti erano formati principalmente da due sezioni o da un pezzo unico, durante il barocco vennero costruiti strumenti costituiti da tre pezzi.

Tuttavia, sul finire del XVIII secolo, il flauto dolce dovette affrontare un oscuro periodo di decadenza, motivo per cui il flautista tedesco Theobald Boehm, nell’intervallo di tempo compreso tra il 1832 e il 47, si occupò della realizzazione di una nuova tipologia di flauto, ovvero di quello traverso. Quest’ultimo venne ritenuto maggiormente idoneo, se paragonato a quello dolce, specialmente per quanto concerne la musica orchestrale sinfonica.

La famiglia formata dal flauto dolce

Possono essere individuati ben cinque modelli diversi di flauto dolce. Questi sono tutti in possesso della medesima forma, ma sono molto diversi sul versante delle dimensioni. Motivo per cui vengono distinti in base all’estensione musicale e dunque ai ruoli che possono ricoprire all’interno di una formazione.

Esattamente come avviene nel canto, i flauti vengono rispettivamente denominati:

  • basso;
  • tenore;
  • contralto;
  • soprano;
  • sopranino.

Infatti, com’è possibile intuire grazie alla lettura di questo articolo, in base alla mole dello strumento possono essere riprodotti suoni di altezze molto diverse. Il basso è dunque quello caratterizzato dal suono più grave, mentre il sopranino sarà in grado di produrre suoni davvero acuti.

Come imparare il flauto dolce – video di Fabio Vetro

Come si suona il flauto dolce

Questo strumento musicale può essere suonato sia in posizione eretta che da seduti. Tuttavia, il punto fondamentale per una buona esecuzione è dato dal mantenimento della schiena ben diritta, così come quella della testa. Infatti, soltanto in questo modo sarà possibile sfruttare tutte le capacità respiratorie necessarie per suonare il flauto. Inoltre, il flauto dolce dovrà essere mantenuto in obliquo rispetto alla bocca, così da formare un angolo di 45 gradi rispetto al corpo del musicista.

I fori dello strumento verranno invece chiusi con le dita, facendo attenzione all’utilizzo dei polpastrelli piuttosto che delle punte. Chiaramente, ogni chiusura dovrà avvenire delicatamente e senza esercitare un’eccessiva pressione sul flauto stesso.

Infine, per emettere i suoni, lo strumento dovrà poggiare delicatamente sulle labbra socchiuse dell’esecutore, ma senza venire a contatto con la dentatura.
A questo punto non resterà altro da fare che soffiare dolcemente nell’apposita imboccatura.

In conclusione, ripercorrendo la storia del flauto dolce abbiamo potuto scoprire come si tratti di uno strumento davvero antichissimo e in che modo le mutevoli esigenze musicali hanno contribuito al suo continuo sviluppo fino ad arrivare ai giorni nostri.
Infatti, ancora oggi il flauto occupa un posto fisso in moltissime orchestre sinfoniche dedicate all’esecuzione del vastissimo repertorio classico.