Guzheng: storia, caratteristiche e come si suona

Guzheng, strumento musicale cinese

Il guzheng, in alcuni casi noto come gu zheng o gu-zheng, è un famoso strumento musicale appartenente alla tradizione popolare cinese.

La famiglia di appartenenza è quella delle cetre e ne esistono moltissimi modelli diversi. Differiscono per il numero di corde, che può variare da un minimo di 16 a un massimo di 25. Suonarlo non è semplice, in quanto si devono pizzicare le corde con tutte le dita di entrambe le mani.

Vediamo la storia, l’origine e le caratteristiche di questo fantastico strumento musicale.

Significato del nome “guzheng”

In cinese il nome di questo strumento è composto da due caratteri: 古 e 筝, che si leggono rispettivamente Gǔ e zhēng. Il primo significa semplicemente antico e fa riferimento alla storia plurimillenaria dello strumento, mentre il secondo vuol dire cetra.
Il termine zheng, appena venne coniato, indicava in lingua cinese qualsiasi tipologia di cetra. Solamente dopo alcuni secoli ha iniziato ad assumere un significato più preciso. Al giorno d’oggi le parole zheng e guzheng sono praticamente sinonimi e fanno riferimento solo a quello strumento in particolare.


Origine

La data che sancisce ufficialmente la nascita di questo strumento è il 476 a.C. Di fatto si tratta di uno degli strumenti più antichi della Cina. Durante il corso dei secoli si è evoluto molto e ne sono stati realizzati moltissimi modelli con un numero di corde differenti. I primi esemplari ne avevano 16 o 18, anche se quello che si è definitivamente affermato ne ha 21. Anticamente le corde erano realizzate in seta intrecciata a mano, mentre nei modelli di oggi si fabbricano con un filo di metallo avvolto in un sottile filo di nylon.

Per comprendere appieno l’origine del guzheng dobbiamo partire da un antico detto popolare. Esso afferma che lo zheng in orizzontale è uno strumento ma in verticale diventa un’arma. Anche se il suo significato può sembrare profondo, la realtà è invece molto più semplice. La leggenda racconta che durante il periodo degli stati combattenti in Cina si usava un’arma particolare: lo zheng. Era della stessa forma dello strumento musicale di oggi, ma non aveva corde e veniva utilizzato per colpire il nemico durante di combattimenti.

Si impugnava tenendolo in verticale come fosse una spada o una mazza ed era molto diffuso tra i soldati dell’esercito. A qualcuno venne l’idea di aggiungere delle corde all’estremità superiore, che una volta tirate potevano essere pizzicate e suonate. Il suono prodotto era talmente bello che in breve tempo diventò uno strumento molto diffuso in tutto il territorio cinese. Fu apprezzata in particolar modo la sua versatilità, che lo rendeva comodo da suonare in moltissime situazioni diverse.

Ecco perché il guzheng in verticale è un’arma, mentre in orizzontale è uno strumento musicale. Per un breve periodo di tempo questo oggetto continuò ad avere entrambe le funzioni. Solamente quando l’industria delle armi fece alcuni passi in avanti, rendendo queste ultime più maneggevoli e leggere, lo zheng in versione da combattimento fu definitamente accantonato. Rimase solo la funzione musicale, rendendo questo strumento dal suono incantevole uno dei più diffusi di tutta la Cina.

Storia del guzheng


I primi frammenti di guzheng rinvenuti nella parte settentrionale della Cina, sono stati datati tra il 475 e il 221 a.C. La testimonianza scritta più antica, trovata su un vecchio manosritto, risale invece al 265 d.C. Veniva menzionata una cetra di 12 corde molto simile al guzheng attuale. All’epoca era utilizzato come strumento da intrattenimento durante i banchetti dei nobili, e nel corso dei secoli ha vissuto momenti di popolarità alternati a periodi in cui vene quasi abbandonato. In modo particolare all’inizio della dinastia Ming intorno all’anno 1368, quando i banchetti iniziarono a essere accompagnati da altri tipi di strumenti, il guzheng venne quasi dimenticato del tutto rimanendo solo come strumento popolare.

Questo cambiamento ebbe anche alcuni risvolti positivi. Non essendo più vincolato all’intrattenimento dei nobili, lo strumento si è diversificato a seconda delle zone in cui si era espanso. Alcuni modelli rimasero con 12 corde, mentre ad altri ne vennero aggiunte via via sempre di più fino ad arrivare a un massimo di 25.

La storia di questo strumento ha subìto una svolta intorno alla metà del secolo scorso. Dopo la seconda guerra civile che ha colpito la Cina, finita nel 1950, ci fu una grande rivoluzione nel paese. Fu deciso che l’identità del paese venne danneggiata dalle classi superiori, per cui tutti gli oggetti simbolo di questi ceti sociali vennero sequestrati e distrutti. Erano le classe più basse che dovevano ricostruire il paese, e uno degli strumenti musicali simbolo dei più poveri era proprio il guzheng. Alcuni strumenti come il qin, che era simbolo di raffinatezza, vennero presto messi da parte e dimenticati. Il guzheng invece è tornato molto in voga e ha subìto un processo di rinnovamento e riscoperta che è andato avanti fino ai giorni nostri.

Caratteristiche e peculiarità

Il guzheng è molto apprezzato per la sua capacità di produrre suoni che imitano fenomeni naturali come lo scorrere dell’acqua nelle cascate, i tuoni di una tempesta o il cinguettio degli uccellini nella foresta.

Il funzionamento di questo strumento musicale è simile a quello di una cetra o di un’arpa. Nonostante questo, le differenze nella sua realizzazione sono molte. Il corpo principale è formato da una cassa armonica di forma rettangolare, fatta quasi sempre in legno di wutong. È poi presente un ponte posto alle due estremità delle corde. Queste ultime risultano così leggermente sollevate. Il ponte sulla sinistra è a forma di S, mentre quello a destra è dritto e ha il compito di sorreggere i perni con i quali si può accordare lo strumento. Non è presente nessuna tastiera sulla quale tenere ferme le corde.

Per suonare lo strumento non si usa una mano soltanto, ma servono entrambe per pizzicare le corde

Come si suona

Il guzheng si suona pizzicando le corde. Come già accennato, entrambe le mani hanno lo stesso scopo. È fissato un plettro a ogni dito a eccezione dei mignoli. In questo modo avremo un totale di 8 dita con i plettri che devono pizzicare le varie corde. Come si può facilmente intuire, suonare questo strumento non è per niente semplice. Il grande numero di corde e l’utilizzo di entrambe le mani richiedono un’alta dose di concentrazione e controllo dei movimenti, acquisibile solo dopo molta pratica nelle scuole di musica.

La mano sinistra, oltre a pizzicare le corde, le preme sul ponte. In questo modo possono essere rese più o meno tese, producendo non solo la nota richiesta, ma anche di utilizzare tecniche più complesse come il bending.
Come già detto, il modello di guzheng più comune è composto da 21 corde. Queste ultime vengono accuratamente intonate su 4 scale pentatoniche composte dalle note do, re, mi, sol e la. Queste sono le sonorità tipiche della musica tradizionale cinese, molto utilizzate nelle canzoni popolari.

Si può anche affermare che la mano sinistra è più importante della destra. Ha molti più compiti e può riprodurre un qualsiasi semitono che si trova tra le note sopracitate. Ogni brano può quindi essere personalizzato e interpretato a piacimento senza troppa difficoltà.
Al giorno d’oggi esistono molte scuola di musica in Cina che insegno a suonare questo strumento, per usarlo poi nelle orchestre in occasioni particolari.

“Spring River Flower Moon Night” suonata con il Guzheng – video di sound of china Guzheng

Dove si suona al giorno d’oggi

A causa della sua origine e della sua difficoltà nel suonarlo è molto raro trovarne uno qua in Italia. Anche in Cina non se ne contano molti, e certamente non è uno strumento che si trova comunemente nelle case. Non lo si vede neppure suonare nelle piazze o nelle strade perché viene utilizzato quasi esclusivamente in complessi musicali che riproducono brani popolari e tradizionali. I musicisti che suonano il guzheng sono quasi esclusivamente donne. Non è uno strumento particolarmente adatto a un’orchestra, per questo lo si sente spesso in assolo.

Alcune melodie celebri che contengono il guzheng sono: Il peschereccio canta la sera, Taccola che gioca nell’acqua e Lotta contro il tifone.
Sul web esistono numerosi video di musicisti che suonano il guzheng.

Smooth Criminal – Michael Jackson suonata con il Guzheng – Video di Jingxuan

Leggende legate al guzheng

Esistono alcune leggende legate a questo particolare strumento musicale che cercano di spiegare la sua origine, anche se la versione ufficiale sembra ormai verificata. La più famosa riguarda l’imperatore Huangdì, anche noto come l’imperatore Giallo. Si racconta che, dopo essersi stabilito nel suo regno intorno all’anno 2600 a.c., stesse cercando qualcuno che potesse intrattenerlo. Si imbatté fortuitamente in una donna in grado di suonare una cetra con ben 50 corde. L’emozione fu tale che Huangdì ordinò, per motivi sconosciuti, di rompere in due lo strumento, facendo nascere il primo guzheng a 25 corde. Esistono anche altre leggende su questo antico strumento, anche se in molti casi risultano confusionarie e prive di un senso logico.