Cetra: il nobile e antico strumento musicale

Cetra - Source Musical Instrument Museum Online

La cetra è senza dubbio tra gli strumenti musicali più antichi, e forse tra gli strumenti antichi è tra i più famosi in assoluto. Al giorno d’oggi è difficile trovarla, men che mai imbattersi in qualcuno in grado di suonarla, essendo stata “spodestata” dalla chitarra, dal sitar e da altri strumenti a corde suoi diretti discendenti: tuttavia, resta un affascinante caposaldo della storia della musica sul quale purtroppo si sa ben poco. Ma come è nata la cetra? Come è fatta di preciso? E soprattutto, come si fa a suonarla e chi può aiutarci ad imparare come si suona? Di seguito, ecco una guida per chi desidera imparare a suonare la cetra o semplicemente conoscere meglio questo affascinante ed antico strumento.

La storia della cetra: dall’Antico Testamento fino ad oggi

Tra i vari strumenti musicali, la cetra è forse tra i più antichi, tanto che si hanno testimonianze della sua esistenza nei testi della Grecia antica e addirittura in alcuni passi dell’Antico Testamento, dove si fa riferimento alla sua invenzione da parte di Iubal, un discendente diretto di Caino.

Nota nell’antica Grecia col nome di kithara, pare che da essa derivino le parole chitarra e sitar, rendendola in un certo senso la “madre” di tutti gli strumenti a corde. Nel corso della storia vi sono diverse testimonianze dell’utilizzo della cetra, dimostrando come varie civiltà la tenessero in grande considerazione e fosse ben diffusa all’epoca; ad esempio, i soldati di Creta utilizzavano un suonatore di cetra che, pizzicando le corde a tempo, li aiutava a marciare al passo mentre si avvicinavano al campo di battaglia, ricoprendo il ruolo che, nei secoli successivi, sarebbe diventato del tamburino.

Sembra quindi che l’antica Grecia sia tra le società che ci hanno lasciato più testimonianze circa l’utilizzo e la diffusione della cetra: erano molto diffusi all’epoca, infatti, suonatori professionisti di cetra, detti citaredi, che allietavano le corti pizzicandone le corde e componendo inni; inoltre, nella iconografia greca che ci è giunta tramite vasi e mosaici, questo strumento era spesso raffigurato in mano al dio Apollo, che era infatti il dio della musica e delle arti, e che in tale guisa veniva definito appunto come Apollo Citaredo. Con la conquista della Grecia da parte di Roma, questo strumento arrivò anche nelle corti romane, dove risultò molto apprezzato ed in poco tempo diventò di uso comune.

Ma la cetra non risulta famosa solo tra gli antichi popoli indoeuropei: alcune sue varianti sembrano essere state sviluppate diversi secoli fa anche in Paesi molto lontani da noi, come ad esempio nella Cina degli imperatori, dove era diffuso il guqin, uno strumento a sette corde piuttosto simile alla cetra, o il tar persiano, la cui somiglianza ad essa fa pensare ad un’origine comune dello strumento.

Nel corso dei secoli successivi la cetra continuò ad essere parte integrante della cultura musicale del nostro Paese: infatti, seppure con qualche modifica nella sua struttura, rimase uno strumento molto in voga nelle corti rinascimentali, dove iniziò ad essere chiamata cetera, dando quindi inizio alla sua graduale trasformazione in quella che oggi è la sua diretta discendente, cioè la chitarra.


Come è fatta la cetra

La struttura della cetra è stata soggetto di diverse modifiche nel corso dei secoli e man mano che il suo utilizzo si estendeva a diversi popoli e culture, e tale diversità riflette la ricca storia di questo strumento: nelle primissime testimonianze visive che sono arrivate ai giorni nostri, come le iconografie dipinte sui vasi greci del V secolo a.C., la cetra viene raffigurata come una cassa di legno vuota al suo interno e dalla quale partono due bracci anche essi in legno e cavi, collegati tra loro dalla presenza di un terzo pezzo di legno trasversale; su quest’ultimo erano montate cinque corde, collegate poi alla base della cassa, che venendo tese e pizzicate producevano un suono che andava poi ad essere riverberato dal corpo principale e dai bracci, che fungevano da cassa di risonanza.

Sebbene le sue dimensioni possano variare un minimo in base alle diverse testimonianze visive, pare che le cetre dell’antichità fossero grandi circa la metà di una persona adulta: seppure piuttosto ingombranti, tuttavia, essendo cave al loro interno non risultavano particolarmente pesanti e potevano essere quindi tenute tra le braccia e suonate anche per diverso tempo.

Nel periodo rinascimentale la cetra subì graduali modifiche alla sua struttura: il doppio braccio venne sostituito da un singolo braccio e la cassa di risonanza che componeva la base dello strumento diventò a fondo piatto e dalla forma a pera, dalla cui cima partiva il manico; le corde iniziarono ad essere metalliche ed erano spesso doppie, permettendo di generare una grande varietà di suoni. Tali modifiche sono alla base di quella che poi sarà la chitarra e, curiosamente, fanno in modo che la cetra antica non faccia parte della famiglia delle cetre secondo la classificazione ufficiale degli strumenti musicali, bensì di quella dei liuti, a cui infatti la cetera rinascimentale si avvicina per forma.

Come si suona la cetra?

Suonare la cetra può sembrare un processo difficile ed ostico, ma in realtà non è molto diverso dal suonare un’arpa, per quanto più piccola, o una chitarra.

Se si parla della cetra antica, per suonarla ci si può mettere seduti e poggiare la cassa dello strumento sulla gamba dal lato non dominante, tenerlo col braccio non dominante (alcune cetre hanno sul retro della cassa una apposita maniglia o comunque un pezzo di legno più sporgente che facilita la presa), mentre con la mano dominante si vanno a pizzicare le corde, con le dita o tramite l’utilizzo di un plettro.

Le corde sono fissate alla traversa tra le due braccia tramite dei pezzi piccoli di legno o di metallo, attorno a ciascuno dei quali è arrotolata l’estremità di una delle cinque corde, ed andandoli ad avvitare è possibile tendere o allentare le corde, cambiando quindi il suono e l’accordatura, in maniera non dissimile a quando si accorda una chitarra.

Per un riferimento visivo, si può cliccare su questo link, che aprirà un video di YouTube caricato da Giuseppe Severini, che mostra come suonare correttamente la cetra antica.

Alla scoperta del suono della Cetra – video di Giuseppe severini

Se si intende invece suonare la cetra del periodo rinascimentale (il cui nome, ricordiamo, è più correttamente cetera), il metodo è molto simile a quello della chitarra: basta appoggiare il corpo dello strumento sulla gamba, porre il singolo manico in orizzontale, e mentre una mano forma gli accordi tenendo premute le corde a varie altezze, l’altra andrà a pizzicarle in prossimità della cassa di risonanza, aiutandosi o meno con l’utilizzo di un plettro, creando suoni diversi a seconda delle corde pizzicate e dell’altezza alla quale vengono premute.

Come fare per imparare a suonare la cetra?

Suonare la cetra risulta complicato non tanto per la difficoltà intrinseca dello strumento (essendo uno strumento a corde, suonarlo non è dissimile dal suonare una chitarra o un’arpa), quanto piuttosto perché i suonatori di cetra professionisti sono molto rari e risulta quindi difficile trovare qualcuno che non solo sappia suonare ad alti livelli questo strumento, ma sia anche qualificato ad insegnarlo. Fortunatamente, viviamo nell’era dell’internet, il che significa che su YouTube o comunque sul web sono disponibili diversi tutorial, cioè video dove si insegna a suonare, passo dopo passo, questo meraviglioso strumento. Inoltre, l’utilizzo della cetra è legato a doppio filo con il mondo musicale liturgico, data la sua presenza in molte chiese sin dai tempi antichi: questo significa che ci sono diversi monasteri in tutta Italia dove la cetra viene ancora studiata ed alcuni di essi offrono la possibilità di seguire dei corsi per imparare a suonare questo antico strumento. Un esempio è “Il Mondo della Cetra”, una associazione musicale associata alla Chiesa che fornisce una formazione nel campo musicale e liturgico, e che offre tra i suoi corsi la possibilità di imparare a suonare anche la cetra, promuovendo lezioni in varie regioni in Italia, nelle quali ci si può approcciare all’utilizzo dello strumento: se si è interessati, tramite questo link si può accedere al sito web e mettersi in contatto con loro per informarsi circa la presenza sul territorio e la eventuale possibilità di frequentare corsi.
Se si preferisce tuttavia un approccio più “laico” alla cetra, niente paura: navigando in internet è possibile trovare diversi video che spiegano come suonarla e si possono anche scaricare gli spartiti di diverse canzoni, dalle più antiche alle più moderne. Inoltre, è sempre bene rivolgersi al conservatorio più vicino: c’è la possibilità, seppur remota, che vi sia presente un insegnante di cetra, con il quale ci si potrà accordare per un eventuale corso di apprendimento che verrà poi riconosciuto nell’ambito di un diploma di conservatorio.