Chitarra baritona, storia, come è fatta e come si suona

Chitarra elettrica baritona Danelectro nera - foto di Enrico di Pierro

La chitarra baritona non è altro che una chitarra la cui differenza principale con le chitarre tradizionali ha una scala più lunga che può quindi essere accordata più in basso. Esteticamente non differisce molto da una chitarra normale, acustica o elettrica, ma da un punto di vista sonoro offre un registro più grave, capace di unire il mondo del soul-blues alla musica classica. Icona sonora dei film spaghetti western, la chitarra baritona riesce a coprire un ampio spettro di suoni, dalla surf music al country, e figura tra gli strumenti più apprezzati dai chitarristi di generi come l’hard rock e l’heavy metal, dove l’accordatura B, A o inferiore è uno standard. Nelle prossime righe scopriremo quali sono le caratteristiche della chitarra baritona e faremo una breve panoramica sulla storia di questa sorta di ibrido tra una chitarra normale e un basso.


Breve storia della chitarra baritona

Nata per porre rimedio all’impossibilità di accordare la chitarra normale nella parte del registro inferiore, la chitarra baritona è stata introdotta nel mercato nel 1956 dall’azienda americana Danelectro. La prima chitarra baritona era un basso a sei corde accordato un’ottava sotto una chitarra classica.

Nel 1961 in casa Fender venne prodotto un valido concorrente: il leggendario Bass VI, considerato a tutti gli effetti un basso elettrico, che fu poi proposto nella versione con 3 pickup Jaguar nel 1963. Questo nuovo strumento divenne popolare tra i gruppi elettrici strumentali, come gli Shadows.

Relegata inizialmente al solo ambito della musica classica, la chitarra baritona non ottenne subito una grande popolarità. Tuttavia, dopo qualche tempo divenne un punto di riferimento per gli artisti surf-rock e country. Verso la metà degli anni Sessanta, il famoso modello Danelectro Tic-Tac, così chiamato per il suo suono caratteristico da elastico rilasciato, ebbe il suo uso più intensivo come sottofondo nelle colonne sonore per i film western all’italiana. Riferimento assoluto di questo filone fu Duane Eddy, leggenda del rock and roll e pioniere del surf rock.

La chitarra baritona ebbe grande diffusione anche nella musica beat degli anni ‘60: il fatto che John Lennon usasse il Fender Bass VI ne è la conferma. Oggi, la chitarra baritona è uno degli strumenti più apprezzati dalle band metal e nu-metal, genere nato alla fine degli anni ‘90 contraddistinto da sonorità molto cupe e profonde.

Le chitarre baritone sono state fatte nel tempo sia in versione elettrica che acustica, per questa il suo utilizzo si è esteso a tanti generi musicali differenti.

Generi e chitarristi baritoni

Con i suoi bassi profondi che danno spessore alle canzoni, la chitarra baritona, classica o elettrica, fornisce suoni adatti ai generi musicali più disparati. Per vederla in azione basta ascoltare le colonne sonore dei film spaghetti western o alcuni brani della prima metà degli anni Sessanta.

La baritona è stata imbracciata da una miriade di artisti, da John Lennon a Jack Bruce dei Cream, solo per citarne alcuni. Il primo chitarrista ad averla usata in pubblico è Jet Harris, bassista degli Shadows, che in uno show televisivo eseguì “Besame Mucho” con un Fender VI. Brian Wilson, chitarrista dei Beach Boys, considerati tra i maggiori esponenti della surf music, registrò con la chitarra baritona “Dance, dance, dance” e “Carolina, no”.

Il suono profondo della chitarra baritona si può apprezzare anche in alcune canzoni di Johnny Cash, uno dei maggiori interpreti della musica country, Willie Nelson e Merle Haggard. Inoltre, il Fender VI è apparso nei video musicali di Hey Jude, Let It Be e The Long And Winding Road dei Beatles, suonato da John Lennon o George Harrison mentre Paul McCartney era impegnato al piano.

Quasi due decenni dopo, le baritone, in particolare il Fender Bass VI, furono utilizzate da Robert Smith dei Cure, specialmente nell’album Faith del 1981. Tra i più importanti chitarristi baritoni figura anche Pat Metheny, che nel 2003 ha registrato l’album One Quiet Night con una chitarra baritona costruita per lui da Linda Manzer.

Il gusto per il downtuning (accordare verso il basso) ha reso le chitarre baritone popolari anche tra le band rock ed heavy metal, soprattutto a partire dagli anni Novanta. Mentre un sacco di chitarristi hanno optato per le chitarre a 7 corde, altri, come Robb Flynn dei Machine Head e Mike Mushok, frontman degli Staind, hanno preferito orientarsi sulle chitarre baritone.

Di recente, la chitarra baritona ha vissuto un’autentica rinascita di popolarità, anche perché utilizzata da musicisti come Ben Harper, Ed Gerhard, Pat Smear dei Foo Fighters e altri. In Italia è stata sdoganata dal musicista piemontese Filippo Cosentino, che ne ha fatto un uso innovativo come strumento solista.


Caratteristiche della chitarra baritona

La chitarra baritona, nota anche come basso a sei corde, è una tipologia di chitarra dotata di un manico più lungo che offre una maggiore tensione nelle accordature più basse. In sostanza, accordando la baritona allo stesso modo di una chitarra convenzionale, si ottiene un registro più basso senza che le corde diventino mollicce e insuonabili. Questo perché l’aumento della scalatura rende le corde più tese e dure a parità di accordatura.

Rispetto alla chitarra convenzionale, la baritona offre una tonalità più profonda e uno spazio più esteso per esplorare tonalmente e addentrarsi in territori inesplorati. Il risultato è un suono inconfondibile che proietta immediatamente al surf rock anni ‘50 e al country del filone cinematografico spaghetti western, nonché al genere metal.

Dal punto di vista della costruzione, la chitarra baritona ha un corpo più largo rispetto a quello di una normale chitarra, soprattutto se si tratta di strumenti acustici, ma la differenza più grande sta nella lunghezza della scala (o diapason), cioè nella distanza tra il capotasto e il ponte. A differenza delle chitarre normali, che hanno una scala di lunghezza compresa tra i 24,9 e i 25,7 pollici, le chitarre baritone sono dotate di scale che variano da 27″ (685,80 mm) a circa 30,5″ (774,7 mm), perfette per le accordature più profonde.

Un’altra caratteristica che distingue la chitarra baritona da quella classica è che monta corde più spesse: il loro calibro è infatti compreso nel range 0,017″-0,095″, contro i tradizionali 0,008″-0,054″. Avendo corde più spesse, le baritone offrono la possibilità di lavorare molto sugli armonici. Un’importante differenza risiede poi nel suono, più basso e cavernoso, perfetto per il metal.

Per quanto riguarda l’accordatura, diverse sono le opzioni possibili. La più frequente è l’accordatura in Si (B), cioè una quarta giusta sotto rispetto a quella standard (B E A D F# B). Un’altra accordatura molto utilizzata è quella in La (A), ovvero una quinta giusta più in basso (A D G C E A), che ha un suono più profondo della precedente. Altri tipi di accordature impiegate sono la Drop A (A E A D F# A), la terza maggiore discendente (C F A E G C), un’ottava sotto e l’accordo di Nashville per le sole corde centrali.

Di chitarre baritone ne esistono di varie tipologie. Le categorie maggiormente prodotte al giorno d’oggi sono la baritona vintage e quella metal. Nel regno delle chitarre baritone rientrano anche la 7 corde e la 8 corde baritone, che permettono di andare davvero in profondità mantenendo una tensione delle corde suonabile.

Alcuni modelli hanno la buca spostata sulla spalla superiore per contrastare la tensione prodotta dalle corde sulla tavola armonica.

In molti si chiedono se è possibile trasformare una chitarra standard in baritona, nel video seguente Riccardo Tagliabue ci spiega come si può fare.

Chitarra baritona: come si suona

La prassi esecutiva delle chitarre baritone consiste nel raddoppiare le linee del basso (o del contrabbasso), “stoppando” il suono delle corde e suonando a plettro con decisione, in modo da poter sfruttare il riverbero a molla come elemento caratterizzante del suono stesso. Questo modo di suonare ha dato vita a una tecnica conosciuta come “tic tac bass“.

Tra i pregi della chitarra baritona vale la pena menzionare il fatto che non richiede nuove diteggiature. Questo la rende più facile da suonare di una sette corde, dove all’inizio ci si può sentire spaesati a causa della corda aggiuntiva.