Basso acustico: storia, caratteristiche e prezzi

Tasteria di un basso a 4 corde

Il basso acustico è uno strumento che presenta alcune caratteristiche simili al contrabbasso e come il basso elettrico è generalmente dotato di quattro corde – mi, la, re e sol. Il suo suono è grave, ed è per questo che viene solitamente usato nella sezione ritmica, per tale motivo di rado è usato per creare armonie, mentre è privilegiato il pizzicamento di una nota per volta.

La storia del basso acustico

Gli antenati più remoti del basso possono essere considerati il liuto, il molo, il khalam e il gembri. Questi strumenti, che differiscono per numero di corde, erano impiegati nelle musiche tradizionali africane e orientali, che sono state successivamente tramandate fino ad arrivare in occidente; sono stati modificati nel corso dei secoli e si sono evoluti fino ad arrivare agli attuali bassi acustici ed elettrici.
L’antenato più recente del basso è, come intuibile, il contrabbasso.

Gli anni ’30

La necessità di creare il basso è giunta negli Stati Uniti negli anni ’30, periodo in cui andavano molto di moda lo swing e il jazz, che venivano suonati dal vivo sempre più frequentemente, grazie anche al proliferare delle sale da ballo. I musicisti di quell’epoca divennero molto richiesti, e dovevano spostarsi da una città all’altra per gli innumerevoli concerti. Questo divenne un problema per i contrabbassisti, poiché il loro strumento era molto grande e scomodo da trasportare. L’ispirazione per il basso acustico nacque proprio da questa esigenza: fare in modo che il contrabbasso potesse essere suonato in orizzontale.
Parallelamente a questo, era appena approdata nella scena musicale l’innovativa chitarra elettrica di Les Paul, che con la sua potenza soverchiava gli altri strumenti, soprattutto il contrabbasso. Serviva quindi uno strumento più piccolo, comodo da spostare ma anche più potente.
In realtà, il primo basso acustico, il Mando Bass della Gibson, venne alla luce anni prima, nel 1910: era sprovvisto di amplificatore e non era in grado di produrre un suono abbastanza forte all’interno di un’orchestra.

Il basso elettrico prima di quello acustico

A causa di questo, e per tenere testa alla chitarra elettrica, nel 1933 è stato costruito in serie limitata il primo basso elettrico: il Model 736 Bass Fiddle dell’americano Paul Tutmarc. Lo strumento aveva la forma di un violoncello, ed era dotato di un diapason, di un microfono elettromagnetico e poteva essere collegato a un amplificatoe. Tutmarc progettò poi un modello successivo, suonabile in orizzontale, con la misura di una chitarra e i tasti sul manico, motivo per cui risultò molto più comodo rispetto al precedente. Nel frattempo, i concorrenti Gibson e Rickenbacker erano impegnati nella realizzazione di un contrabbasso elettrico. Nessuno di questi strumenti ha tuttavia riscosso il successo desiderato, ma sono tutti stati utili per stimolare l’interesse dei costruttori a migliorare le caratteristiche del basso.

Il Precision Bass e il Jazz Bass di Leo Fender

Nel 1951 ha fatto il suo ingresso nel mondo della musica il primo basso elettrico a cassa piena: il Precision Bass di Leo Fender. Questo strumento è dotato di tasti e ha un microfono collocato tra il manico e il ponte. Esso ha riscosso subito un grande successo, grazie anche al cambiamento della musica nella cultura generale, ed è stato usato soprattutto nella musica soul, per il suo groove molto apprezzato.
Nel 1960 uscì un nuovo modello di Leo Fender: il Jazz Bass, che è fornito di due microfoni e ha un manico più sottile rispetto al suo predecessore. Il Jazz Bass ha ottenuto immediatamente un enorme successo, ed è stato utilizzato da bassisti del calibro di Jaco Pastorius e Marcus Miller. Pochi anni dopo, all’interno dello strumento è stato inserito un preamplificatore per potenziare gli alti e i bassi.
Nello stesso periodo, gli altri brand produttori di strumenti musicali si sono dedicati ai bassi elettrici (MusicMan, Ibanez, Warwick, Cort, solo per citare i più famosi), che in breve tempo hanno invaso il mercato.
Grazie alla loro sonorità e alle loro caratteristiche, i bassi elettrici hanno eclissato i contrabbassi, complice anche l’evoluzione musicale che ha visto fiorire generi nuovi che necessitavano di molta potenza: pop, rock, hard rock e metal.

Consigliamo di leggere anche l’approfondimento sul basso elettrico per conoscere la sua evoluzione e le sue caratteristiche.


Finalmente il basso acustico

Con il consolidarsi e il diffondersi dei nuovi generi musicali, è tornato in voga anche l’uso della chitarra acustica: sono state moltissime le band che hanno sperimentato sonorità differenti e più soft, includendo nel loro repertorio brani acustici e le famosissime ballad. In questo scenario, il basso acustico si amalgamava meglio di quello elettrico, che con il suo suono forte rischiava di spezzare l’atmosfera dei brani.
Proprio per questo motivo, negli anni Settanta in California, Ernie Ball ha sviluppato il primo basso acustico moderno, affermando che: “se esistono bassi elettrici per accompagnare le chitarre elettriche, allora si devono avere bassi acustici per accompagnare le chitarre acustiche”.
Il basso acustico è tuttavia rimasto in ombra fino alla fine degli anni ’80, quando recuperò un po’ di popolarità per il suo impiego nel programma tv MTV Unplugged, che vedeva i musicisti esibirsi dal vivo in acustico.
Nonostante questo, lo strumento non è mai diventato indispensabile, essendo considerato dai più soltanto un complemento, ma è indubbio che con il basso acustico si riescano a creare sonorità uniche, ed è uno strumento che prima o poi ogni bassista deve avere nella sua collezione.

Caratteristiche del basso acustico, funzionamento e differenze col basso elettrico

Il basso acustico è suonato esattamente come quello elettrico, ossia pizzicando le corde con indice e medio – anche con l’anulare nella tecnica a tre dita –, può anche essere suonato con il plettro, mentre la pratica dello slap non è molto adatta a questo strumento.
A differenza di quello elettrico, il basso acustico – così come la chitarra acustica – ha un corpo in legno cavo. Ciò significa che ha un buco rotondo che funge da cassa di risonanza. Molti strumenti di questa categoria hanno i tasti, ma esistono anche dei modelli fretless o semi-fretted, sebbene molto rari.
Come accennato in precedenza, il basso – sia acustico che elettrico – ha solitamente quattro corde, accordate in mi, la, re e sol, un’ottava sotto rispetto alle quattro corde più basse della chitarra. Ne esistono a cinque o sei corde, ma non sono molto comuni nella versione acustica: il corpo del basso acustico risulta troppo piccolo per risuonare in modo adeguato alle altezze più basse della corda si. La quinta corda, infatti, è posizionata sopra alla corda del mi e ha un suono più grave.
Il basso acustico può essere amplificato con i pick-up e può essere microfonato per essere suonato durante le esibizioni dal vivo.
In questo video potete approfondire le caratteristiche del basso acustico, i suoi vantaggi e gli svantaggi.


Varianti basso acustico

  • Basso semi-acustico: ha i pickup già integrati, può essere collegato a un amplificatore e produce un suono particolare, simile alle chitarre semiacustiche. Alcuni modelli, quando amplificati, suonano in modo simile al contrabbasso, al punto da essere usati nelle registrazioni per emularne la sonorità.
  • Basso messicano: in realtà, nella musica tradizionale messicana sono presenti diverse varietà di basso acustico. Il guitarrón, per esempio, è uno strumento a sei corde molto grande e dal corpo profondo. Il bajo sexto, invece, presenta sei coppie di corde, come la chitarra a dodici corde ma accordato a un’ottava più bassa. È molto usato al posto del pianoforte nelle musiche popolari del posto.
  • Bordonua: come il guitarrón, è molto grande e con il corpo profondo; è originario di Porto Rico e costruito in diverse forme e dimensioni, anche se la forma più comune è snella e si assottiglia nella parte alta, inoltre solitamente ha tre fori per il suono.

Prezzi dei bassi acustici

Come per ogni strumento, il prezzo varia in base alla qualità delle componenti, al tipo di legni utilizzati nella costruzione, e alla possibilità di collegarli a un amplificatore esterno. Si possono trovare modelli entry level intorno ai 200 euro, mentre per gli strumenti più professionali il prezzo può salire fino a oltre 2000 euro.
Un ottimo modello, senza spendere una fortuna, è l’AB850F della Cort. Si tratta di un basso a 4 corde elettrificato – cioè collegabile a un amplificatore. Il suo prezzo è di poco superiore ai 300 euro ed è disponibile in due colorazioni: natural e nero.


Prima dell’acquisto, infatti, è sempre meglio avere un’idea dei diversi modelli, del budget a disposizione e delle proprie esigenze: è inutile spendere cifre esagerate se si ha intenzione di usare il basso soltanto a casa per esercitarsi.

Un consiglio molto importante è quello di provare sempre lo strumento prima di comprarlo. Ogni negozio di musica che si rispetti offre questa possibilità senza impegno, ed è fondamentale che sentiate il basso veramente adatto a voi per poter dare il 100% mentre lo suonate.

Tra i bassi acustici dall’ottimo rapporto qualità prezzo consigliamo anche quelli Ibanez.