Strumenti musicali russi

balalaika - strumenti musicali russi

Dai tempi antichi, gli strumenti musicali russi continuano a dare espressione alle tradizioni culturali che sotto forma di racconti o danze popolari scandiscono la vita quotidiana. Questi strumenti sono ricavati dagli oggetti più comuni, prevalentemente di materiale ligneo, ne rappresentano un esempio i cucchiai di legno(lozhki) il cui utilizzo è ancora presente nelle bande folkloristiche. Vediamo ora nel dettaglio quali siano gli strumenti musicali tipici della tradizione russa, esplorandone la storia, la composizione e il relativo utilizzo.

Nella storia e vastità del territorio russo

La vastità del territorio russo ha contribuito ad alimentare un’ampia eterogeneità culturale, grazie alla presenza di differenti gruppi etnici, ciascuno portatore di un proprio patrimonio musicale. Il panorama musicale russo si sostanzia anche di contributi rilevanti di minoranze etniche, che lungo il corso dei secoli, popolavano l’antico Impero russo, l’Urss e l’odierna Federazione russa.

La tradizione musicale russa ha percorso un lungo cammino durante il quale si sono susseguiti i canti tradizionali, introdotti dalla Chiesa ortodossa. Fonti storiche hanno confermato che al tempo del Principato di Kiev, tra il 1100 e 1500 d.C. gli strumenti musicali maggiormente utilizzati fossero quelli a corda. Ma non erano i soli, infatti erano utilizzati anche strumenti a fiato e a percussione. Tuttavia, in quell’epoca medievale era il canto a rappresentare l’espressione musicale per eccellenza, infatti i canti erano funzionali a narrare le storie dei vecchi antenati e a suscitare forti emozioni nel momento in cui ricorreva qualche festa. In questo scenario gli strumenti acquisivano un ruolo secondario poiché funzionali ad accompagnare il canto.

Nonostante ciò l’utilizzo di strumenti a fiato e a corda caratterizzava la musica profana suonata da cantori medievali che intrattenevano la nobiltà a corte.

Quindi, con il susseguirsi dei secoli, la musica russa è stata esposta (e contaminata) dalle culture dominanti, ad esempio risale al IX secolo l’impiego del gusli, uno strumento a corda costituito prevalentemente da materiale ligneo il cui aspetto risulta simile ad una cetra da tavolo. Pur non essendoci delle fonti che ne confermino l’origine, tra gli storici musicali è opinione prevalente che questo antichissimo strumento musicale sia stato introdotto dalla dominazione bizantina, e che per forma e sonorità assomiglia alla cetra greca.

All’epoca del principato di Kiev, con la parola gusli si faceva riferimento a tutti gli strumenti a corda. L’etimologia della parola affonda le sue radici in un verbo slavo, infatti gousti significa suonare.

Facendo un passo in avanti nella nostra cronistoria, tra il XVIII e il XIX secolo, in epoca romantica la musica tradizionale cambiò forma di espressione, infatti si componeva di balli popolari le cui canzoni venivano accompagnate da strumenti simili alle fisarmoniche, utilizzati per raccontare delle vere e proprie storie di folklore.

Si trattava di tipici strumenti (il garmón, il bajàn e l’akkordeón) che vennero introdotti da popolazioni europee e asiatiche a partire dalla fine del 1700. Da allora questi vengono impiegati anche per raccontare delle storie romantiche con le quali sedurre la propria amata. Sul finire del XX secolo, anche in Russia ebbero modo di svilupparsi altri genere come il rock.

Gli strumenti a corda

La Balalaica

Questo antichissimo strumento (il cui nome in lingua italiana significa scherzare) è stato introdotto dai russi sul finire del XIII secolo, grazie ai contatti con la cultura mongola: fa parte della famiglia dei liuti, ovvero degli strumenti a corde costituiti da un manico e da una cassa di risonanza, il cui design ricorda quello di una chitarra classica o acustica. Le peculiarità principali sono rappresentate da una cassa di risonanza (o armonica) di forma triangolare (al cui interno si registra la presenza di doghe in materiale ligneo) e un manico che può ospitare dalle 3 alle 6 corde. Sul mercato ne esistono modelli differenti la cui tipologia varia a seconda della dimensione della cassa e della modalità di accordatura delle crode. In generale i modelli si suddividono in:

Prima e Seconda balalaica, le cui accordature sono rispettivamente in Mi-Mi-LA e La-La-Re;

Alto e Basso balalaica, accordate rispettivamente in Mi-Mi-La e Mi-La-Re;

Contrabasso di balalaica, accordate un’ottava sotto rispetto alla balalaica di Basso, ovvero Mi-La-Re;

Il suo utilizzo presuppone il pizzichio delle corde per via di un plettro oppure mediante le dita, detto ciò l’aspetto più curioso nonché caratteristico dello strumento si identifica nel fatto che due corde risultano accordate all’unisono una alla quarta più alta. Questo aspetto rende la sonorità alquanto riconoscibile rispetto ad altri strumenti a corda. Il suo utilizzo spazia dalla musica folk a quella classica dove, non di rado, si ritaglia anche un ruolo solista.


Il Gusli

Tra gli strumenti cordofoni vi rientra il gusli le cui sonorità ricordano il cinguettio degli uccelli: di origini antiche (vari documenti ne attestano la presenza sin dal IX secolo) è munito di una serie di corde il cui numero varia da 5 fino a 60. Il gusli può avere una forma a elmo o ad ala, per quest’ultima variante si può notare la somiglianza con la classica arpa scandinava, in ambo i casi il musicista pizzica con il plettro o con le dita le corde (metalliche o di budello). Lo strumento, accordato in forma diatonica o cromatica, si distingue per affascinare gli ascoltatori, infatti la sonorità richiama melodie dolci il cui timbro conduce a una sensazione di serenità.

L’origine del suono nasce dalle corde che sapientemente pizzicate riproducono le sonorità sopra descritte.

Esistono un’ampia varietà di gusli, ognuno dei quali differisce per numero di corde, dimensioni, accordatura e forma. La sua ampia diffusione lo rende protagonista tutt’ora, specialmente nelle orchestre dove si ha modo di ammirarne l’utilizzo.

La Domra

Anche la domra ha origini antiche, infatti venne introdotto dalla popolazione russa in epoca medievale (intorno al XIII secolo). Molto simile alla balalaica (tanto che viene considerata il modello precursore) la domra nel corso dei secoli ha cambiato il suo aspetto in favore di una cassa semisferica, inoltre è dotata di 3 o 4 corde di metallo, e di un manico lungo che influisce sul diapason e sul numero dei tasti.

Generalmente viene suonata tramite il plettro, inoltre risulta suonata non solo nei territori dell’ex Urss ma anche negli Usa e in Ucraina dove suole sostituirsi alla balalaica.


Gli strumenti a percussione

Il Buben

Ancora oggi, questi tamburelli sono ampiamente diffusi tra le minoranze etniche che compongono il territorio russo.

Introdotto dalle popolazioni slave, dal punto di vista strutturale il buben è costituito da una cornice di legno sulla quale è tesa un tessuto di cuoio.

Grazie a dei fori presenti sul telaio, vengono innestati dei campanellini che riproducono una sorta di tintinnio.

I Lozhki

Originariamente i lozhki nascono per essere utilizzati in cucina con la funzione di cucchiai, successivamente però diventano degli strumenti musicali costruiti in legno di acero.

Di origine medievale, a contraddistinguerli dai più comuni cucchiai è la loro robustezza, ovvero per scongiurarne la rottura durante l’utilizzo, vengono adoperati dei legni dalla corteccia molto dura in acero.

Apparentemente i lozhki risultano facili da suonare, ma nel momento in cui si provano si avverte la difficoltà legata a tenere il ritmo. Il suono muta in relazione al materiale ligneo utilizzato per la costruzione.

Gli strumenti a fiato

La Svistulka

Si annovera tra gli strumenti a fiato più piccoli, la sua portabilità lo rende utilizzabile in svariate occasioni, ha una struttura in ceramica munita di fori (da 1 a 4) la cui forma ricorda l’ocarina.

L’utilizzo presuppone la chiusura con le dita di alcuni fori che soffiando dà origine a diverse sonorità che richiamano il canto degli uccelli.

Dudka

Dudka è il termine utilizzato per indicare l’ampia varietà di flauti caratterizzanti il panorama musicale russo.

La varietà è data dalle differenti specifiche costruttive: infatti ne esistono modelli che variano sotto il profilo del legno e del numero di fori. Tuttavia i legni maggiormente utilizzati per la loro fabbricazione sono l’acero e il ginepro.

Questi strumenti oltre che ad essere suonati in occasioni musicali venivano adoperati per richiamare gli animali al pascolo.

Gli strumenti aerofoni: dal garmòn al bajàn

Esistono differenti strumenti musicali russi che in lingua italiana verrebbero accomunati sotto l’unico nome di fisarmonica, tuttavia è opportuno distinguerli sotto il profilo strutturale e del sound.

Il garmòn è utilizzato per l’esecuzione della musica popolare ed è composto da 25 bottoni per le note acute e altri 25 per l’esecuzione delle note basse.

Il bajàn invece è di più recente ideazione, sorge agli inizi del XX secolo e si differenzia dalle più comuni fisarmoniche in quanto dotata di ance maggiormente ampie di forma rettangolare che risultano ancorate ad una piastra. Queste sono accordate per via del tremolo e rispetto al garòn, il bajàn ha più ottave e una sonorità decisamente più profonda. La tastiera è collocata alla metà del corpo mentre gli accordi di settima diminuita prevedono al posto dell’accordo di Do quello di Sol 7 diminuita.

Ma le differenze non si esauriscono qui, infatti la costruzione interna del bajàn lo rende peculiare sotto il profilo della sonorità, più bassa e cupa rispetto alle altre fisarmoniche.