Strumenti musicali giapponesi

strumenti musicali giapponesi - koto

Gli strumenti musicali giapponesi rappresentano una parte importante della tradizione musicale del Sol Levante. Tra i più popolari troviamo il koto, una sorta di liuto a 13 corde, e il shakuhachi, un flauto di bamboo, il taiko, ovvero un tamburo a forma di barile e lo shamisen, uno strumento simile a una chitarra con una cassa armonica di forma quadrata e angoli arrotondati. Oltre a quelli appena citati esistono tanti altri strumenti tradizionali e le loro caratteristiche possono variare a seconda della zona del Giappone che si prende in considerazione. Ognuno di essi è legato a una particolare forma di musica giapponese, come il Gagaku, la musica imperiale, o l’Enka, un genere popolare di musica folk.
Qui di seguito approfondiremo le caratteristiche e gli usi più comuni degli strumenti che abbiamo appena citato e di altri ancora.

Il koto

High angle close up of woman playing traditional Japanese Koto string instrument.

Il koto è uno strumento tradizionale giapponese a corda pizzicata. Si tratta di una lunga tavola di legno sulla quale sono tese 13 corde; queste ultime erano in origine di seta, ma al giorno d’oggi sono fatte di un materiale sintetico simile al nylon chiamato tetron. Il koto viene suonato seduti a gambe incrociate, tenendo lo strumento in posizione orizzontale appoggiato sulle ginocchia. Le corde vengono pizzicate con le dita delle mani, usando le unghie per produrre note precise e distinte. È uno degli strumenti più antichi del Giappone e ha un’origine che risale a più di mille anni fa. La tecnica necessaria a suonare il koto è molto diversa da quella degli strumenti occidentali a corda; i musicisti suonano scale e modalità tipiche della musica giapponese. Tra i nomi più conosciuti dei più famosi musicisti di koto troviamo Yatsuhashi Kengyo e Michio Miyagi, i quali hanno contribuito all’incremento della popolarità di questo strumento su larga scala.

Il shakuhachi

Shakuhachi - Flauto giapponese

Il shakuhachi è un flauto che viene utilizzato in stili di musica tradizionale come il Suizen e lo Honkyoku, ed è stato originariamente utilizzato dai monaci zen buddisti per scopi spirituali, dato che il suo timbro dai rimandi mistici favorisce la meditazione e la concentrazione. Il shakuhachi è costruito con un unico pezzo di bambù, ha una lunghezza di circa un metro e ha cinque fori per le dita e un foro di respirazione nella parte superiore. La sua tonalità è bassa e profonda e può essere suonato in una varietà di modi, utilizzando tecniche differenti che permettono di creare una gamma di suoni e melodie piuttosto ampia. La nascita del shakuhachi risale a più di mille anni fa, quando i monaci buddisti lo usavano per accompagnare le loro cerimonie, ma nel corso dei secoli il suo utilizzo si è esteso a vari stili di musica tradizionale giapponese e oggi viene ancora suonato in molte occasioni, dalle cerimonie religiose alle esibizioni di musica classica. Il shakuhachi è diventato un simbolo importante della cultura giapponese e una parte di rilievo della storia musicale di questo Paese. Molti musicisti e appassionati rimangono affascinati dal suo suono unico e dalla sua storia e oggi esistono scuole di shakuhachi in tutto il mondo, all’interno delle quali è possibile imparare a suonare questo strumento.


Il taiko

Taiko, tamburo giapponese

Il taiko è un tamburo dalle dimensioni variabili che viene suonato in numerose occasioni e all’interno di generi musicali differenti, come il Kumi-daiko e il Ji-daiko. Esso è stato originariamente utilizzato in cerimonie religiose e per caricare le truppe durante le battaglie e oggi è diventato un simbolo importante e ben riconoscibile della cultura giapponese. Il taiko è costruito con uno o più pezzi di legno di tiglio o di ciliegio, e può avere dimensioni differenti; si va da piccoli tamburi portatili a enormi tamburi che richiedono più di una persona per essere suonati. I taiko possono essere percossi in molti modi diversi, utilizzando le mani, i bastoni o altri battenti per colpire la pelle tesa del tamburo.


Lo shamisen

Lo shamisen è uno strumento a corde tipico di generi come il Nagauta e lo Tsugaru-Jamisen. È costituito da un corpo di legno e da una pelle tesa sulla parte che rappresenta la cassa armonica; a questa struttura è attaccato un manico, alla sommità del quale vengono agganciate le corde, attraverso l’uso di chiavette che ne regolano la tensione. Le corde dello strumento sono di seta e vengono pizzicate con un plettro di bambù. La pelle risonante in origine proveniva da cani e gatti, ma al giorno d’oggi esistono pelli sintetiche che vengono preferite a quelle animali. La storia del shamisen risale a più di quattrocento anni fa, quando questo strumento veniva originariamente usato dalle geishe per accompagnare le proprie danze o per intrattenere gli ospiti con la musica. Anche questo strumento con il tempo è stato utilizzato in altri contesti, incluse rappresentazioni religiose o cerimonie tradizionali. Il suo timbro può variare in base alla tecnica che viene impiegata per suonarlo; anche il materiale del pletto influisce sulla voce dello strumento che può risultare dolce e melodiosa o forte e coinvolgente. Molti musicisti moderni utilizzano lo shamisen in combinazione con altri strumenti e in numerosi contesti musicali, creando nuove e interessanti fusioni di suoni e stili.

La biwa

biwa - strumento musicale giapponese

Parliamo di una sorta di liuto a manico corto; uno strumento a corde, quindi, che in realtà fu importato dalla Cina durante l’ottavo secolo. Successivamente la biwa divenne molto diffusa in Giappone grazie all’utilizzo da parte di monaci itineranti ciechi che la suonavano per accompagnare il racconto di storie, generalmente incentrate su argomenti epici.
Le quattro corde a disposizione sono fatte di seta; il corpo e il manico sono ricavati dalla lavorazione di un unico blocco di legno, per aumentare la risonanza armonica dello strumento. Infatti le onde sonore si propagano in maniera più regolare e omogenea se non sono presenti giunture o inserti di altri materiali sulla struttura dello strumento.

Il kakko

kakko - tamburo giapponese

Un tamburo a due superfici verticali parallele, divise nel mezzo da un corpo cilindrico in legno che funziona da cassa di risonanza. Le pelli battenti sono tenute in tensione e accordate dall’intreccio di corde che passano su entrambi i lati. Più si tendono queste ultime, più il suono risulterà acuto. Questa percussione si suona con delle bacchette chiamate “bachi” ed è spesso appoggiata a un supporto in legno che la tiene ferma e sollevata dal suolo. Il kakko viene utilizzato sia nelle rappresentazioni di musica Taiko che in quelle di Gagaku. È curioso notare che l’aspetto di questo tamburo somiglia molto a quello della talk drum africana, anche se quest’ultima si suona tenendola sottobraccio, dato che è di dimensioni e peso decisamente inferiori.

Strumenti musicali giapponesi e rielaborazione moderna

Tutti gli strumenti dei quali abbiamo parlato sono strettamente legati ai contesti cerimoniali religiosi e non della cultura giapponese. In questo Paese dalle usanze antichissime e dalle secolari dinastie imperiali, la figura del musicista di corte era ben delineata e contribuiva a svolgere un ruolo fondamentale durante le occasioni ufficiali e quelle di svago. Il musicista veniva interpellato per creare accompagnamenti calmi e rilassanti durante i momenti dedicati alla meditazione, ma anche ad animare le occasioni mondane con ritmi veloci e coinvolgenti. A seconda del momento gli ensemble prevedevano l’utilizzo specifico di uno o più strumenti tra quelli di cui vi abbiamo parlato.

Ad oggi in Giappone non mancano solisti e band che amano sperimentare l’utilizzo di strumenti tradizionali in contesti moderni, come ad esempio la Wagakki Band che nel seguente video mischia strumenti tipici della musica moderna pop e rock a quelli della tradizione musicale giapponese.