Fagotto, storia e caratteristiche

Fagotto

Il fagotto così chiamato per la sua forma originale simile a quella di un mantice a soffietto è uno strumento musicale che appartiene alla famiglia dei fiati (o aerofoni secondo la classificazione Hornbostel-Sachs) e più precisamente al gruppo dei legni in quanto originariamente era prodotto quasi esclusivamente con questo materiale.

E’ caratterizzato dalla presenza di un’ancia doppia la cui vibrazione permette di produrre il suono attraverso le due canne che compongono la struttura dello strumento. Queste sono unite in un’unica camera e sono prodotte da tasselli di legno di vario tipo: possono essere di pero, di ebano, di palissandro o altro.
Il fagotto possiede inoltre un sistema di cinque fori e chiavi che consentono al musicista di posizionare le mani nel modo più consono alla modulazione del suono.

L’intera struttura è lunga circa due metri e sessanta centimetri (alcune case produttrici accorciano di poco la lunghezza per rendere lo strumento più maneggevole) ed è ripiegata su se stessa nella parte finale formando una ‘u’. Ne esiste anche una versione più grande: il controfagotto. Esso è lungo circa il doppio e produce suoni più bassi di almeno un’ottava rispetto all’altro modello classico, permettendo di raggiungere note che lo strumento originale non riesce a toccare.


Il fagotto è molto importante all’interno di un’orchestra in quanto consente di raggiungere le note basse che fanno da sfondo a una qualunque melodia, rinforzando i bassi. Si tratta di uno strumento sorprendente che riesce a estendere le sue note per tre ottave e mezzo (dal Si bemolle grave fino al Mi acuto) e che legge in chiave di basso di Fa e in chiave di tenore di Do (molto raramente in chiave di violino Sol). Questa capacità di passare facilmente tra un tipo di nota e l’altro consente allo strumento di essere sfruttato anche come protagonista: in effetti il fagotto può essere usato come solista per creare meravigliose melodie.
La particolarità di questo dispositivo è che viene tagliato in Do, il che significa che le note scritte e quelle suonate coincidono sempre e non possono essere trasposte. Questo rende piuttosto semplice imparare a leggere gli spartiti musicali.

Sotto un breve video di Made in Orchestra, un canale dedicato ai musicisti che suonano o vogliono suonare in un’orchestra e che vi consigliamo di seguire.

Come è costruito un fagotto

Per conoscere al meglio uno strumento è molto interessante scoprire come viene montato pezzo dopo pezzo. Il fagotto – come già detto – è formato nella struttura principale da una doppia ancia e da due canne di legno che vanno a formare una cameratura conica. L’ancia viene attaccata a un tubo di metallo sciolto detto S-bend che forma il punto di connessione tra essa e la canna. Quest’ultima si collega a un tubo di legno formato da tre parti interconnesse tra loro. Il primo pezzo del tubo è detto alare (o tenore) ed è reso impermeabile all’acqua per evitare che la saliva lo rovini, il secondo è chiamato stivale (o sacco) e alla sua estremità inferiore c’è il sifone (una curva di metallo che collega le due camere coniche ed è protetto da una calotta di metallo), il terzo pezzo è chiamato pipa, dopodiché si ha la campana. Quest’ultima normalmente ha un anello bianco all’estremità che segna la fine dello strumento.
La parte a ‘u’ del fagotto è detta esse ed è un elemento fondamentale e decisivo per il buon funzionamento dello strumento.
Infine, sulle canne sono incise delle tacche molto sottili che consentono di arrotondare l’ancia sulla parte posteriore.

La storia del fagotto

Il primo antenato di questo strumento risale al Rinascimento: si tratta del dulcian, il quale è rimasto in auge per molto tempo, da circa la metà del 1500 fino al 1700. Successivamente si è andato sviluppando lo strumento come noi lo conosciamo oggi. Il passaggio da dulcian a fagotto si è avuto per due motivi: da un lato era molto più facile trasportare uno strumento divisibile in diverse parti (il dulcian non era formato da tubi che potevano essere divisi e riuniti tra loro), dall’altro lato avendo a disposizione dei pezzi di legno più corti si poteva lavorare con maggiore precisione per fare le tacche e i fori. Con il passaggio da antenato a strumento moderno c’è stato anche un cambio di materiale: si è passati all’ebano, all‘osso e all’avorio, molto più durevoli nel tempo rispetto al legno.

Nell’800 si distinguevano due tipi di fagotto: quello barocco e quello classico, utilizzati entrambi nelle rispettive tipologie di musica. Inoltre vi erano due criteri di costruzione dello strumento stesso: quello francese e quello tedesco. Il primo era stato ideato dalla Buffet Crampon Paris ed era un tipo di produzione molto elegante. Questo modello oggi viene utilizzato soltanto per rifornire gli strumenti presenti nell’orchestra dell’Opéra di Parigi e davvero poco nel resto del mondo. La seconda tecnica invece prende il nome dalla casa produttrice tedesca Heckel, la quale ha reso il fagotto uno strumento ricco di chiavi e fori e ha effettivamente permesso l’attuale diffusione del dispositivo in tutto il mondo. Grazie a Heckel il dispositivo musicale è diventato famoso e importante, diffondendosi a macchia d’olio nelle varie orchestre mondiali.

In Italia il fagotto è comparso circa nel XVII secolo. I primi modelli possedevano tre valvole, per poi passare ad averne cinque nel secolo subito successivo.

Suonare il fagotto: come si fa?

Prima di spiegare come suonare questo strumento, ecco un piccolo consiglio: se si è dei fagottisti alle prime armi si deve utilizzare una soffiatura di canne libere per aiutare la formazione dell’imboccatura sull’ancia. Il soffio inoltre non deve essere prodotto dai polmoni, ma deve provenire dal diaframma. La doppia ancia va sempre toccata con le labbra e non deve mai essere sfiorata con i denti, altrimenti si romperebbe.

Il fagotto si accorda facilmente e per capire se è ben funzionante si può utilizzare una lampada fluorescente in grado di udire le vibrazioni. In questo modo è possibile capire se lo strumento è stato accordato bene.

Tenendo tutti e cinque i fori aperti viene prodotta la nota F.
Ovviamente possono essere chiusi tutti i fori con le dita e a seconda della sequenza prodotta è possibile intonare diverse note. In particolare, chiudendo sul primo armonico un foro dopo l’altro si ottengono in sequenza le note e, D, C, H e UN.
Per produrre suoni superiori al Fa è necessario soffiare invece sul secondo armonico.
Per raggiungere la nota d1 si deve aprire a metà il foro superiore e usare il supporto specifico di tre valvole di ottava.
Se si chiudono le valvole a ginocchio si produce il registro inferiore della grande ottava G.

Il fagotto può essere usato per suonare melodie dai caratteri variabili: pastorali, moderne, cantabili, rustiche, melanconiche, grottesche, comiche e molte altre ancora.