Sitar: storia, caratteristiche, suono e come si suona

Sitar

Il sitar è uno strumento musicale originario dell’India che ha conquistato il mondo con la sua melodia coinvolgente e la sua bellezza unica. Possiamo considerarlo anche quello più celebre e conosciuto tra gli strumenti musicali indiani.

Ti sei mai chiesto come si suona o quali sono le sue origini? In questo articolo scoprirai tutto quello che c’è da sapere sulla “chitarra indiana”, dalle sue origini alle sue caratteristiche singolari, passando per le tecniche di suonata e le figure più famose del mondo del sitar. Ma prima di iniziare, ecco alcune curiosità che ti lasceranno a bocca aperta.

  • Il sitar è stato introdotto in Occidente negli anni ’60 grazie alla popolarità del genere musicale “raga rock” e alcuni musicisti occidentali come George Harrison dei Beatles hanno iniziato a suonarlo.
  • Ha un numero di corde molto alto, ben 18, di cui 6 sono accordate ad un tono specifico e le altre 12 sono utilizzate per gli ornamenti.
  • E’ uno degli strumenti più complessi da suonare, richiede anni di pratica e dedizione per padroneggiare le sue tecniche uniche.

Le origini del sitar: dalla veena ad oggi

Il sitar è uno strumento musicale originario dell’India che ha una storia antica e profonda. Le sue origini risalgono al Medioevo, precisamente al 16 ° secolo, ma si ritiene che derivi da uno strumento ancora più antico chiamato “veena”. Nel corso dei secoli, il sitar si è evoluto e trasformato fino a diventare l’affascinante strumento che conosciamo oggi.

Durante il periodo Mughal, divenne molto popolare tra la corte reale e gli artisti di corte. I musicisti di corte, noti come “sitar nawaz“, erano molto stimati e il loro status sociale era elevato. In questo periodo fu arricchito con nuove tecniche di suonata, ornamenti e una maggiore varietà di accordature. Nel XIX secolo questo strumento a corde subì ulteriori modifiche e vennero aggiunti nuovi componenti per migliorarne la qualità del suono. Inoltre, in tale epoca iniziarono a svilupparsi diverse scuole di suonata del sitar, ognuna con le proprie caratteristiche e tecniche uniche.

Guardando al futuro, si presenta in continua evoluzione incontrando nuovi generi musicali e stili. Molti musicisti contemporanei stanno esplorando tecniche di suonata alternative e creando forme di espressione musicali mai sperimentate utilizzando il sitar. Inoltre, l’interesse per la musica tradizionale indiana è in crescita a livello globale, il che può significare che possa esserci ancora molto da scoprire a proposito.


La costruzione del sitar: ieri e oggi

Il sitar è uno strumento musicale dalle caratteristiche uniche e complesse, ed è composto da molti componenti differenti.

Innanzitutto, il corpo è formato da due parti principali: la “tabli” o tavola armonica, e la “gourd” o coda. La tabli è solitamente realizzata in legno di tek o in mogano, e presenta una forma allungata con una concavità all’estremità inferiore. La gourd invece viene ricavata a partire da una zucca tagliata a metà e prende una forma a pera.

Entrambe le parti sono decorate con intarsi e incisioni intricate. Il manico del sitar, chiamato “dandi”, è realizzato in legno di tek o in mogano e presenta forma allungata.

Sulla parte superiore ci sono le “chikari” o corde di accompagnamento, solitamente tre o quattro. Sul fondo dello stesso invece le “sympathetic” o corde di risonanza, che vengono utilizzate per creare un suono più armonioso.

Il ponte del sitar, chiamato “gol”, è ricavato da un osso di bue o di cervo. Questo è posizionato sulla tabli e serve come punto di contatto tra le corde e la tavola armonica.

Il tappetino infine, chiamato “mezraab”, è realizzato in feltro o lino e si trova sopra la tabli per proteggere la tavola armonica e migliorare la qualità del suono.

Infine, il sitar ha un gran numero di corde, ben 18, di cui 6 sono accordate ad un tono specifico e le altre 12 sono utilizzate per gli ornamenti. Le corde principali sono solitamente realizzate in acciaio, mentre le corde di accompagnamento e di risonanza sono in bronzo o ottone.

In passato, i sitar venivano costruiti a mano da artigiani con esperienza e conoscenza ereditaria delle tecniche di costruzione. Oggi purtroppo si stanno abbandonando queste antiche tradizioni artigiani, infatti ci sono molti produttori che utilizzano tecnologie moderne per la costruzione di sitar di alta qualità.

È importante notare che la qualità del suono prodotto dipende dai materiali utilizzati e dalla cura e attenzione che vengono poste nella sua costruzione. Gli strumenti costruiti con materiali di qualità superiore e con grande maestria producono un suono migliore e durano più a lungo. Inoltre, ci sono diverse varianti come il sitar elettrico, che utilizza pick-up elettrici per amplificare il suono, e il sitar a sei corde, che ha solo sei corde principali invece di dieci.

Suono del sitar e tecniche di suonata: meend, gamak e alankar

Il suono del sitar è una delle sue caratteristiche più affascinanti e distintive. Tale musica è descritta come melodiosa, ricca e complessa. Le note sono generate dalle corde principali che vengono pizzicate con un plettro chiamato “mizrab” e dalle corde di accompagnamento e di risonanza che invece sono suonate con le dita o che vibrano spontaneamente grazie ad un fenomento chiamato risonanza simpatica. Tale fenomeno fa sì che qualsiasi corda pizzicata produca movimento anche in altre stringhe modificando il suono e generando armonie uniche. Il suono del sitar è simile a quello di altri strumenti a corda come la chitarra, ma ha alcune differenze chiave. Infatti risulta essere più ricco e complesso grazie al gran numero di corde, degli ornamenti e delle tecniche utilizzate per suonarlo. Inoltre, le sue note sono più acute e penetranti rispetto a quelle della chitarra.

Per suonare il sitar, ci sono diverse tecniche che devono essere padroneggiate. La tecnica di base è chiamata “meend”, che consiste nello scorrere lungo le corde con il mizrab per creare gli ornamenti. Altre tecniche comuni includono “gamak”, ovvero pizzicare rapidamente le corde generando un effetto vibrato, e “alankar”, la ripetizione di una sequenza di note in modo ornamentale. Il suono di questo strumento è anche influenzato dalle corde utilizzate e dalle loro accordature. Le corde principali sono solitamente accordate in tonalità maggiori, mentre le corde di accompagnamento e di risonanza in tonalità minori, ma modificazioni anche qui possono produrre combinazioni nuove da esplorare.

Esercizi per suonare il sitar, tecnica Meend – Video di Bhuwan Chandra

Per suonare il sitar in modo efficace, è importante avere una buona conoscenza della teoria musicale e della scala musicale indiana. Inoltre, è fondamentale studiare approfonditamente le diverse ragas, o scale musicali, utilizzate nella musica tradizionale indiana e saper adattare le tecniche di suonata per esprimere la melodia e l’emozione desiderate. In generale, la comprensione e l’applicazione delle tecniche di suonata del sitar sono cruciali per la produzione di un suono di qualità e per l’esecuzione di brani musicali complessi.
In conclusione, il sitar è uno strumento musicale affascinante e complesso con una lunga storia e un suono unico.

Per aiutare gli appassionati, professionisti e musicisti a imparare a suonare il sitar, ci sono molte risorse disponibili, come video lezioni su YouTube, ma non solo. Infatti moltissime scuole musicali hanno integrato nella loro proposta anche corsi dedicati a questo strumento indiano.