Berimbau, storia e caratteristiche

Berimbau venduti a Salvador in Brasile - foto di wmpearl

Il berimbau o birimbao è uno strumento musicale acustico di origine africana, per la precisione delle zone dell’Angola in cui ha altri nomi tribali.

La sua fama è legata al fatto di essere molto diffuso nella musica di strada, in particolare in Brasile, dove è stato importato dagli schiavi africani.

Si utilizza come accompagnamento per il cantato, in alcune tradizioni, ma deve molto del suo successo al suo impiego come elemento ritmico per lo stile di lotta della capoeira. In Portogallo è conosciuto con il nome di berimbao de peito, mentre in Angola il suo nome locale più diffuso è hungu.

In realtà, visto che l’area di diffusione di questo strumento musicale è molto grande, non è facilissimo riuscire a trovare una denominazione unica e rintracciare l’origine reale della sua costruzione. Sembra più che altro comparso come passaggio necessario nello sviluppo dei cordofoni a cassa di risonanza e derivante dall’arco da caccia.

Si è diffuso a macchia d’olio nelle zone urbane e rurali del Brasile, con molte varianti locali. Infatti, nelle zone interne di questo Stato viene chiamato con nomi locali molto differenti tra loro, spesso legati anche a varianti costruttive e di impiego.

Giusto per citare quelli più diffusi: arco musical, aricongo, berimbau metalizado, bucumbumba, ricungo, bucumbunga, gobo, gunga, oricungo, orucungo, macungo, mutungo, matungo, urucurgo, rucumbo, urucungo, uricungo, rucungo e marimbau.


Come è fatto il berimbau

La sua realizzazione è estremamente semplice, perché si tratta di uno strumento povero e che può essere costruito in maniera artigianale con componenti che si trovano comunemente nelle zone rurali.

Si tratta infatti di un’asta di legno flessibile, fatta ad arco, lunga circa 1.50 m, ma si possono creare anche strumenti molto più lunghi, su cui è tesa una corda di solito d’acciaio che unisce le due estremità.

L’allaccio è simile a quello di un arco e non ci sono chiavi o pedali per accordarlo. Per amplificare il volume, viene inoltre aggiunta una cassa armonica rudimentale che nelle favelas viene a volte realizzata con una tanica di plastica o di latta ma che per tradizione è una specie di zucca essiccata e verniciata in modo vistoso.

Nelle versioni classiche del berimbao la cassa di risonanza viene preparata con la cabaçeira, il frutto di una pianta che può ricordare visivamente una zucca, anche se appartiene ad un’altra famiglia.

Questo, una volta essiccato e lavorato opportunamente, aiuta ad amplificare il suono, che è molto caratteristico e povero, segno del fatto che questo strumento viene proprio dalla tradizione delle classi più basse delle campagne brasiliane e dalle zone tribali dell’Africa antica e tribale.

Il berimbao si tiene con la mano sinistra e l’intonazione è variabile, così come la timbrica del suono. Questa viene ottenuta con una pietra o una moneta che insistono sulla corda, mentre la mano destra la percuote e la fa vibrare, utilizzando una bacchetta di legno.

Tradizioni del berimbau

In realtà questo strumento è molto antico, perché il suo periodo di comparsa nelle tradizioni viene rintracciato intorno al 1500 A.C. ed è di fatto estremamente primitivo, sebbene la tecnica che si può acquisire suonandolo possa essere molto interessante, specie in società che conoscono la poliritmia.

Se ne trovano versioni simili in molte culture africane, in Patagonia, in Messico nelle civiltà antiche del Medio Oriente come quelle assira, persiana, fenicia ed egizia.

In Brasile fa la sua comparsa grazie agli schiavi angolani che lo utilizzavano come base per la loro disciplina di lotta, che avrebbe poi dato origine alla capoeira.

Infatti, il ritmo del berimbao è quello che deve essere seguito dai lottatori durante gli incontri, mascherandosi dietro la coreografia di un ballo, visto che era proibito agli schiavi praticare le arti marziali.

In seguito viene recuperato come strumento in molti generi musicali, in particolare quelli brasiliani ma non solo. Giusto per citare alcuni esempi troviamo l’afrosamba di Vinicius de Moraes e quella di Baden Powell e il berimbao fa la sua comparsa persino alcuni brani heavy metal come quelli dei Sepultura.

Nell’ambiente della capoeira il berimbao è tenuto in altissima considerazione e per alcuni è addirittura uno strumento sacro. Gli atleti si muovono seguendo il suo ritmo e in base allo stile dell’incontro ci sono diversi nomi per chiamare le esecuzioni, come Sao Bento Grande oppure Angola.

Vale la pena approfondire proprio l’aspetto del suo utilizzo nella capoeira, dove troviamo spesso tre berimbao che vengono suonati insieme con ruoli ritmici differenti, ognuno dei quali è deputato ad animare uno specifico aspetto dell’incontro.

Il Berra-boi di solito è quello che comincia per primo e il ritmo non deve essere improvvisato, perché deve fornire il tempo per l’incontro e guidare gli altri due strumenti, oltre che indicare ai giocatori il Pé do Berimbau cioè l’invito a presentarsi.

O Medio, chiamato anche viola, completa il ritmo del Berra-Boi e serve per caratterizzare lo stile con un massimo di 16 toni mentre il principale si limita a 8.

O Violinha, invece, ha diritto di improvvisazione con tono alto e squillante e segue maggiormente l’incontro. Più che controllarlo è quello che sottolinea i momenti clou ed eccita il pubblico.

La qualità del berimbao è una fusione di resistenza dell’arco, flessibile ma molto elastico e della timbrica della cabaça, e non tanto delle loro dimensioni, visto che spesso veniva realizzato con ciò che c’era a disposizione in campagna.

Stili di esecuzione con il berimbau nella capoeira

Nelle esecuzioni per gli incontri di capoeira il berimbao segue alcuni stili più o meno formalizzati, anche se derivano tutti da tradizioni orali e esperienza diretta, trattandosi di uno strumento non intonato e che non può essere accordato in maniera fine o trascritto in modo riproducibile.

  • Angola: In questo stile non viene effettuato l’ultimo tocco di quella che rappresenta la sequenza base.
  • Sao Bento Pequeno: Presenta i toni bassi e alti invertiti ed è piuttosto simile all’Angola. Viene suonato con il berimbao medio su una base angola fatto dal Berra-Boi.
  • Sao Bento Grande de Angola: Per seguire questo tipo di ritmo viene aggiunto un tocco in più rispetto al Sao Bento Pequeno.
  • Cavalaria: Era uno stile usato in passato, quando la capoeira non era legale. Serviva per avvisare i partecipanti dell’arrivo della polizia. Infatti il suo nome significa proprio Cavalleria, cioè guardie a cavallo.
Il Berimbao – video di edgar bombril

Come viene suonato il berimbau nella capoeira


Questo strumento non è particolarmente formale, ma nella capoeira ci sono delle regole che devono essere seguite anche per favorire il tipo di incontri.

Il berimbao deve essere afferrato con una mano all’altezza della cabaça, senza bloccarla per consentire una buona risonanza delle note. La mano deve anche tenere la moneta o la pietra che serve per variare i toni dello strumento.

Infatti la corda deve essere schiacciata per avere tutto lo spettro sonoro disponibile e per modificare il suono. La cabaça deve essere posizionata all’altezza dell’addome del suonatore e allontanata o avvicinata al corpo in base all’esecuzione.

La cassa di risonanza, infatti, è vuota e aperta. È l’occlusione verso il petto che apre e chiude il suono, quindi durante le esecuzioni il musicista deve muovere continuamente lo strumento per seguire il ritmo, aggiungendo così la vivacità necessaria.

suono del Berimbau – Video di colonial capoeira

Infine si fa vibrare la corda con la mano libera usando la bacchetta per percuoterla. Volendo può essere aggiunto un secondo strumento che si tiene con la mano che percuote.

Si tratta del caxixi ed è una specie di campanaccio di paglia che all’interno contiene sassolini, semi o riso. Viene utilizzato per integrare le capacità sonore della cabaça.