Violoncello: storia, caratteristiche e prezzi

Violoncello

Secondo per notorietà solo al violino, da cui si distingue per dimensioni, accordatura e suono, il violoncello, o cello, con le sue sonorità cupe e ombrose, è considerato lo strumento ad arco più romantico ed espressivo, quello dal timbro più affine alla voce umana. Interprete solista di melodie dalla forte carica sentimentale, costituisce allo stesso tempo una parte fondamentale nella musica per orchestra.

La sua versatilità ne ha fatto uno strumento importante anche nella musica pop, nell’R&B, nel country e nel rock (si pensi al celeberrimo concerto “Mtv unplugged in New York” registrato dai Nirvana nel 1993). Nei prossimi paragrafi andremo ad esplorare tutte le caratteristiche che hanno reso famoso il violoncello, dalla sua storia alle componenti da cui è formato, fino a come si suona.

Violoncello: breve storia

Il violoncello discende da uno strumento rinascimentale simile al violino chiamato basso della viola da braccio, che si suonava appoggiato alla spalla. Anche se non esiste una data precisa che segna la nascita del violoncello, si ritiene che sia apparso per la prima volta nella seconda metà del XVI secolo in Italia. La sua comparsa piuttosto tardiva rispetto al violino è legata al gusto occidentale del Medioevo, che prediligeva sonorità più acute e nasali.

L’origine della parola “violoncello” è molto dibattuta, ma secondo l’ipotesi più accreditata dovrebbe significare “piccolo violone“, sostantivo che, a sua volta, significherebbe grande viola.

I primi costruttori di violoncelli furono Andrea Amati, noto liutaio di Cremona, e Gasparo da Salò, considerato l’inventore del violino. Da quanto si apprende storicamente, i loro violoncelli erano più larghi di quelli attuali, ma con il passare del tempo furono rimpiccioliti e si iniziò a ricoprire le corde di budello naturale con un sottile rivestimento di metallo. Il violoncello trovò l’ultima definizione in termini di forma, dimensioni e accordatura all’inizio del XVIII secolo, negli strumenti realizzati dal noto liutaio cremonese Antonio Stradivari.

Alcuni decenni più tardi comparvero i primi metodi per violoncello. Da questo punto di vista, una data da segnalare è il 1741, anno in cui il compositore francese Michel Corrette diede alle stampe il primo metodo per violoncello della storia, il “Méthode théorique et pratique pour apprendre en peu de temps le violoncelle dans sa perfection”. Uno dei metodi più famosi è quello del tedesco Dotzaeur, scritto agli inizi dell’800, che è ancora utilizzato oggi.

Alla metà del XIX secolo risale l’aggiunta del puntale per il sostegno. Prima il violoncellista, pur sostenendo lo strumento con le gambe, usava appoggiarlo su un panchetto.


Uso del violoncello

Per molto tempo il violoncello fu usato quasi esclusivamente per il basso continuo (lunghi suoni sulla stessa nota), che serviva come accompagnamento di voci o di strumenti più acuti. Cominciò a riscattarsi dalla parte di basso soltanto alla fine del XVII secolo, nelle composizioni di Bononcini, Ariosti, Gabrielli e di altri esecutori che contribuirono ad elevare il violoncello al rango di strumento solista, anche se non trovò mai l’ampiezza d’uso del violino.

Per questo strumento hanno scritto i più grandi compositori di tutti i tempi, da J.S. Bach (la sua Suite n.1 per violoncello è considerata il più grande brano per violoncello mai scritto), a Boccherini, insigne violoncellista lucchese che ha il merito di aver fondato il primo quartetto stabile storicamente accertato.

Tra i più importanti violoncellisti del periodo neoclassico ricordiamo Franz Schubert (Sonata in La minore D821 per violoncello e pianoforte), Franz Joseph Haydn e Ludwig van Beethoven. Dal periodo romantico in poi, i rappresentanti di spicco sono stati Robert Schumann (Concerto in la per violoncello e orchestra), Claude Debussy, Zoltán Kodály (Sonata per violoncello solo op.8) e Dmitrij Šostakovič (Concerto per violoncello n.1 op.107). Tra i più grandi innovatori del Novecento si ricorda lo spagnolo Pablo Casals.

Oltre ad essere una presenza incombente nella musica classica, il violoncello è utilizzato anche nel jazz e in altri ambiti musicali, sia pur in misura minore. Lo si può ad esempio trovare in alcuni brani pop, rock ed heavy metal (vedi Nirvana, Pink Floyd, Oasis, Sinéad O’Connor, Evanescence, Apocalyptica).

2cellos suonano Thundestruck degli ACDC con il violoncello

Caratteristiche e componenti del violoncello

Il violoncello, conosciuto anche come “cello“, è uno strumento musicale appartenente alla famiglia degli Archi che viene suonato sfregando l’archetto sulle corde. Ha la forma di un 8 allargato nel centro, è grande il doppio della viola ed è dotato di una cassa lunga circa 75 cm e di un lungo manico. È munito di quattro corde accordate ad intervalli di quinta giusta (LA, RE, SOL, DO), un’ottava sotto alla viola. Il timbro, pur se più grave della viola, risulta molto caldo, intenso e vibrante; tra gli strumenti cordofoni, è quello con maggiore estensione di suoni, tanto da avvicinarsi alla voce umana.

Come tutti gli archi, il violoncello è formato da una cassa che serve ad amplificare il suono. La parte superiore è costruita in abete rosso, mentre il fondo e le fasce sono in legno di acero, come si può ravvisare da delle striature chiamate “marezzature”. Il suono fuoriesce attraverso due fori a forma di effe praticati nella tavola armonica. Innestato nella cassa troviamo il manico, dov’è fissata la tastiera, dalla forma tipicamente arcuata, su cui si muovono le dita del musicista. Il manico termina nel riccio, la parte più decorativa di tutto lo strumento. Poi c’è il ponticello, costituito anche lui di legno d’acero, su cui sono appoggiate le corde.

Collocata tra la tavola armonica e il fondo c’è l’anima, un piccolo cilindro di legno dalla cui posizione dipendono la qualità e la ricchezza del suono. Dalla parte opposta si trova la catena, una barra di legno di abete che ha lo scopo di propagare le vibrazioni lungo la tavola armonica. Nella parte inferiore del violoncello è posizionato il puntale, che può essere fatto di acciaio, legno o fibra di carbonio.

Il suono del violoncello è prodotto sfregando le corde dello strumento con un archetto, un’asticciola di legno dalle estremità incurvate a cui è fissato un fascio di crini di cavallo.

La costruzione del violoncello richiede un lavoro altamente specializzato: dalla qualità della vernice che lo ricopre e dalle minime variazioni di spessore e di sagomatura del legno derivano i pregi e i difetti dello strumento.

Come si suona

L’esecuzione violoncellistica è estremamente ardua in quanto i suoni si ottengono premendo le dita su punti ben determinati della tastiera che devono essere individuati con scarsissimi punti di riferimento.

Il violoncello viene suonato da seduti, appoggiando a terra il puntale, che può essere allungato o accorciato per regolare l’altezza, e tenendo lo strumento fra le gambe. La schiena deve essere perfettamente dritta e poggiata sugli ischi, i due punti d’appoggio che ci sostengono da seduti.

Per suonare il violoncello si utilizzano entrambe le mani: le dita della sinistra esercitano una pressione sulle corde mentre la mano destra muove l’arco, facendole vibrare. Lo strumentista può anche scegliere di utilizzare la tecnica del “pizzicato”, che consiste nel sollevare le corde con l’ultima falange per poi rilasciarle.

L’età ideale per iniziare a prendere lezioni di violoncello è compresa tra i 6 e i 10 anni, a patto di dotare il bambino dello strumento della misura a lui più appropriata.

Prezzi del violoncello

Per iniziare, si può optare per un modello di fabbricazione industriale, che di solito è costituito da materiali laminati ed ha un costo che si aggira intorno ai 300-400 euro. A livello sonoro, però, i celli di fabbrica non possono eguagliare gli strumenti di liuteria, che sono fatti con materiali di altissima qualità, richiedono circa sei mesi di lavoro e arrivano a costare anche 15-20 mila euro.