Marranzano Siciliano: storia e curiosità dello Scacciapensieri

Scacciapensieri - Marranzano siciliano

Pochi strumenti al mondo rappresentano l’essenza e la cultura di un intero popolo come il Marranzano Siciliano.
Questo strumento, noto anche come Scacciapensieri, viene associato all’immagine stessa dell’isola; udendone il suono è difficile non pensare alle stupende coste, ai castelli, ai borghi e ai profumi di questa terra straordinaria.
Il merito va sicuramente al folk tradizionale della Sicilia e alla varietà di atmosfere e sensazioni che lo strumento è in grado di evocare.

Dalle allegre tarantelle della musica popolare alle ballate più drammatiche, il marranzano è sempre stato presente in occasione delle feste patronali, nelle tasche dei carrettieri che lo suonavano durante le lunghe trasferte, negli spettacoli dei cantastorie.
Citato in una poesia dal celebre Salvatore Quasimodo, la notorietà di questo antichissimo strumento è tornata alla ribalta internazionale grazie all’innumerevole quantità di film, sceneggiati, pubblicità le cui colonne sonore hanno il marranzano come protagonista.

Indimenticabile la musica che il grande Ennio Morricone realizzò per il famoso film di Sergio Leone “Per qualche dollaro in più”. Il marranzano riesce a trasporre il West nel cuore pulsante della Sicilia, sottolineando drammaticamente le similitudini tra le due terre.
Cominciamo questo viaggio alla scoperta del marranzano Siciliano, la sua storia e le curiosità legate allo scacciapensieri.

La storia del marranzano

Utilizzato in Sicilia fin dall’epoca medioevale, il marranzano ha origini antichissime, addirittura plurimillenarie. Un antico disegno cinese del IV secolo a.C. raffigura un musicista intento a suonarlo, confermando la provenienza asiatica dei primi esemplari.

Si pensa che le sue forme sinuose e arrotondate siano ispirate alla figura della Dea della fertilità sumera.
Noto in Europa già dall’epoca romana, come testimoniano ritrovamenti archeologici in Francia e Gran Bretagna, lo scacciapensieri – anche se con forme differenti – si diffonde in tutto il mondo. La sua presenza è costante nella musica tradizionale di Paesi come Turchia, Russia, Cina e Filippine.
Grazie alla posizione cruciale della Sicilia per i commerci del Mediterraneo e in virtù delle innumerevoli dominazioni subite, il marranzano arriva nell’isola, dove viene immediatamente “adottato” dalla popolazione.
Nascerà in breve una magnifica tradizione di costruttori dello strumento.

Figure diventate famose come il compianto Giuseppe Alaimo e alcuni degni successori, come il maestro ibleo Carmelo Buscema, Turi Petralia nel Catanese e il palermitano Carmelo Giuè, che realizzano strumenti di altissimo livello, ricercati dai musicisti e appassionati di tutto il mondo.
Il marranzano viene chiamato in maniera differente nelle varie zone e province della Trinacria. A Palermo, il capoluogo, è noto come “mariuolu“, a Catania viene chiamato anche “marauni“, nell’agrigentino “ngannalaruni“.

Anche se legato a doppio filo all’immaginario siciliano, lo scacciapensieri è molto diffuso anche nel resto della nostra nazione. In Campania è noto come “tromma”, in Sardegna come “trunfa” o “trumba”.
Anche se la produzione è andata progressivamente scemando, in Piemonte e – più in particolare – nei comuni della Valsesia, vi erano importantissimi centri dove venivano realizzati scacciapensieri destinati sia al mercato interno che al resto d’Europa.
Durante i vari secoli di attività, cessata nei primi del 1900, questo distretto arrivò a punte di produzione pari a più di un milione di pezzi annui.

Come è fatto il marranzano siciliano

Il marranzano appartiene alla famiglia degli strumenti idiofoni. Significa che è il corpo dello strumento che, tramite la sua stessa vibrazione, emette il suono, senza intervento di corde, pelli, membrane e colonne d’aria.

Lo scacciapensieri è realizzato in metallo, con un telaio ripiegato a formare una sorta di ferro di cavallo al centro del quale, dal lato concavo, è saldata una linguetta di metallo che è lasciata libera all’estremità opposta, per poter essere azionata dalle dita del musicista.

Tranne rare eccezioni il marranzano siciliano è realizzato in ferro battuto, lavorato a caldo sull’incudine. Anche se la forma è quasi sempre identica, i vari tipi di strumento si differenziano principalmente per il peso e le dimensioni.

Queste sono in grado di influire sensibilmente su elementi come tonalità, volume, ricchezza timbrica, durata del suono e solidità.

Come si suona e come suona

Lo scacciapensieri a prima vista (e soprattutto ascolto…) può sembrare al neofita uno strumento limitato e dalle ristrette capacità sonore. Basta avvicinarsi con un minimo di attenzione al marranzano o – meglio ancora – iniziare a suonarlo, per scoprire tutto un mondo multiarmonico e in grado di creare sonorità uniche ed esaltanti.

Per suonare lo scacciapensieri bisogna tenere delicatamente il corpo dello strumento con due dita, per smorzare meno possibile le vibrazioni, e poggiare sugli incisivi le estremità con la parte fluttuante della lamella. A questo punto utilizzando un dito della mano libera si comincia a pizzicare la lamella, senza esercitare troppa pressione con i denti.

Il suono con tutte le sue varietà viene generato con modulazioni differenti a seconda di come si muove la lingua, di quanto si modifica l’estenzione della bocca e della respirazione. È un fattore importante anche l’emissione in contemporanea, con le corde vocali, di suoni che abbiano tonalità differenti da quelle offerte dalla lamella.

Pochi altri strumenti al mondo diventano una cosa sola con il corpo del musicista come il marranzano.
La vibrazione del suono coinvolge infatti, viscere, polmoni, gola, e fuoriesce dalla bocca del musicista tramite lo scacciapensieri; modulando le spinte di questi organi e l’intensità del respiro i musicisti più abili riescono a creare effetti sonori sorprendenti e atmosfere da sogno. Ma attenzione sempre ai denti e alla lingua; la lamella sa essere molto tagliente.

Curiosità e leggende

Non molti sanno che lo scacciapensieri è il secondo strumento sonoro più diffuso al mondo dopo il fischietto. Il motivo di questo straordinario successo non è legato solamente al fatto che viene utilizzato per la musica tradizionale in tutti i continenti.
Infatti ne vengono prodotti milioni di esemplari a livello industriale e semi-artigianale, per la maggior parte destinati alla vendita come souvenir.

In Sicilia al marranzano vengono attribuiti anche poteri magici. Secondo una leggenda molto antica, se la linguetta dello strumento è realizzata in argento chiunque ascolti il suono di questo scacciapensieri piomba in un sonno letargico.

Il marranzano non è tutto rose e fiori. Alcuni luoghi comuni triti e ritriti identificano questo strumento con una immagine negativa e stereotipata della Sicilia, legata a mafiosi e criminali comuni che avrebbero utilizzato lo scacciapensieri per comunicare tra loro con una sorta di codice clandestino.
Non si esclude che possa esserci un fondo di verità in queste storie che denotano comunque una mancanza di rispetto per la cultura siciliana.
Va ricordato che il marranzano è da sempre presente nel costume popolare e nei canti tradizionali. È stato un compagno fedele per viandanti e pastori, impegnati nei loro lunghi viaggi e nelle transumanze.

Il marranzano è sempre stato uno strumento povero, acquistabile da tutti e strimpellabile a livello hobbistico anche da chi non mai studiato la musica o suonato altri strumenti.
Non disturba il vicinato e può essere trasportato e utilizzato ovunque.
Naturalmente esistono scacciapensieri di eccelsa qualità; si tratta di prodotti molto raffinati, dal suono unico e riccamente decorati, spesso realizzati su commissione dai più celebrati artigiani, per una utenza collezionistica o professionale.

Un suono semplice e complesso

Strumento pratico ed essenziale, il Marranzano Siciliano crea un universo sonoro tutto da scoprire, evocando con il suo tipico suono ipnotico le atmosfere più arcaiche ed autentiche della Sicilia e delle sue tradizioni.
Alla portata di tutti e facilmente reperibile può dare molte soddisfazioni a chi decide di intraprenderne lo studio. E poi, se si chiama scacciapensieri, un motivo ci sarà…
Buon marranzano!