Imparare a suonare la fisarmonica

Imparare a suonare la fisarmonica

Se non conosci la storia e le tipologie di fisarmoniche ti consigliamo di approfondire l’articolo in cui trattiamo di come è fatta e il suo funzionamento. Adesso vogliamo dare qualche consiglio a chi si approccia a questo strumento con l’obiettivo di imparare a suonarlo.

Il primo passo per suonare la fisarmonica in modo corretto è senza dubbio quello di adottare la giusta postura.
In base all’assetto più comodo e stabile del proprio corpo, si può scegliere se suonare questo strumento restando in piedi o mettendosi seduti. L’unica vera accortezza da adottare in questo senso è quella di evitare curvature o infossamenti della schiena, che deve rimanere sempre dritta per mantenere l’equilibrio. Quello di trovare la propria postura è un momento chiave per tutti coloro che si accostano per la prima volta alla fisarmonica. Che, a differenza di altri strumenti che possono essere molto leggeri, pesa mediamente attorno ai 12 kg, variabile tra i 6 e i 15kg. Ecco perché individuare esattamente il proprio baricentro è fondamentale per affinare il controllo e la coordinazione dei movimenti e permettere che la fisarmonica divenga un vero e proprio ‘prolungamento’ del proprio corpo.

Lo step successivo è quello di assicurarsi che la fisarmonica rimanga ben ancorata al petto. In questa fase ha un ruolo importante la mano sinistra, che nel momento in cui va ad inserirsi sotto la fascia stretta (di solito regolabile con una rotellina) della bottoniera affida al polso la stabilità dello strumento, in modo che la mano destra sia più libera di muoversi verticalmente lungo la tastiera posta sul lato opposto. La premessa fondamentale è che vengano correttamente indossate le cinghie della fisarmonica, allentandole o stringendole a seconda delle proprie misure. Un ottimo accessorio complementare può essere la fascia per la schiena, che limitando fortemente lo spostamento delle cinghie fa sì che la fisarmonica aderisca al petto con una maggiore stabilità.
Dopodiché ci si può occupare delle tecniche vere e proprie per suonare la fisarmonica, prendendo innanzitutto confidenza con le componenti dello strumento.

A proposito della mano destra, è opportuno che ci si abitui sin da subito a non piegare il polso. Nonostante la torsione venga spontanea nel momento in cui si avvicina il gomito al proprio fianco e la mano alla tastiera, mantenere il polso parallelo a quest’ultima vuol dire guadagnare in precisione mentre si suona e permettere che la circolazione del sangue rimanga fluida.

Per quanto riguarda la mano sinistra, che come anticipato in precedenza deve rimanere ben salda dentro la fascia della bottoniera, quest’ultima deve posizionarsi in modo da essere in grado di raggiungere anche le file più esterne di bottoni. È opportuno puntualizzare che, pur dovendo aderire allo strumento, al polso sinistro deve rimanere quel margine minimo di movimento sotto la fascia che permetta alla mano di scorrere in alto o in basso a seconda degli accordi da eseguire.
Una volta che la stessa mano sinistra è in posizione, può schiacciare un pulsante situato sopra la fascia della bottoniera. Lo stesso braccio può così spostarsi verso sinistra e accompagnare l’apertura completa del mantice. È importante che durante questo movimento la mano destra non tocchi alcun tasto della tastiera e che venga premuto lo stesso pulsante una volta richiuso il mantice.

Una lezione di fisarmonica per principianti

Una volta appresa la postura corretta e conosciute a livello generale le varie componenti della fisarmonica, un principiante può dilettarsi in una lezione cosiddetta ‘propedeutica’ all’apprendimento delle tecniche per imparare a suonare questo strumento. Ovviamente una lezione come questa non può essere sufficiente a trasformare il principiante in professionista, poiché per quello ci vuole un lungo percorso, fatto di studio della teoria musicale e di esercizi di pratica, coordinato da un maestro. Ciò non toglie che possa essere realmente utile per far capire se si voglia realmente imparare a suonare la fisarmonica o se non si tratti che del classico capriccio di un momento.

Una volta imbracciato lo strumento, è tempo che la mano sinistra cominci a ‘familiarizzare’ con la bottoniera. Quest’ultima è composta da un numero diverso di bottoni (altrimenti detti ‘bassi‘) a seconda del tipo di fisarmonica, ognuno riproducente un accordo. Come primo ‘approccio’ è consigliabile poggiare le dita sui bassi per pochi istanti, facendo finta che siano talmente roventi da dover rimuovere subito i polpastrelli.

Contestualmente, sarebbe opportuno effettuare tali movimenti ‘alla cieca’, senza indirizzare con gli occhi le posizioni delle dita. Questo accorgimento, al netto delle comprensibili difficoltà che si possono incontrare i primi tempi, permette di acquisire in un tempo minore quelli che sono gli automatismi che deve padroneggiare chi intenda suonare questo strumento.

Il passo successivo è quello della ricerca della nota DO sulla bottoniera.
Si consideri, in questo senso, una bottoniera standard da 120 bassi. Basti sapere, per ora, che ognuna delle 6 file della bottoniera corrisponde ad un raggruppamento distinto di note. Partendo da sinistra (ovvero dalla fila più vicina a dove è posizionata la mano), si incontrano: contrabbassi, bassi fondamentali, accordi maggiori, accordi minori, accordi di settima e accordi diminuiti. Il DO che deve interessare è quello posizionato nella fila dei bassi fondamentali, e di solito si percepisce al tatto perché, a differenza degli altri bassi, è sormontato da un brillantino o da un foro.

Una volta individuato il DO si può procedere con un esercizio molto utile per i principianti.
Si comincia schiacciando in modo alternato i due bassi DO e FA Bemolle (il secondo è appena sotto al primo) rispettivamente con l’indice e il pollice durante l’apertura del mantice. Successivamente si ripropone l’alternanza di questi due tasti all’interno della sequenza ritmica del valzer (1,2,3-1,2,3-1,2,3 e così via), premendo il DO sulla prima battuta e il FA sulle altre due. Il movimento va ripetuto finché non si raggiunge una certa manualità.

La fase successiva dell’esercizio è quella di suonare con le due mani in contemporanea, riproponendo sulla tastiera un accordo corrispettivo a quello imbastito sulla bottoniera, sempre allargando il mantice. Il risultato che viene fuori è, in forma basica, un vero e proprio accompagnamento.

I principianti possono cimentarsi in accompagnamenti più complessi provando ad inserire intere scale all’interno dei propri esercizi. In questo modo è certamente più facile acquisire, tra le altre cose, una migliore dimestichezza nel maneggiare il mantice e una maggiore comprensione del suo ruolo fondamentale nell’ottica del suono della fisarmonica.

Lezione introduttiva di fisarmonica – video di pier mazzoleni

Prendere lezioni di fisarmonica da un professionista

Come per ogni altro strumento musicale, chi desidera imparare a suonare la fisarmonica deve necessariamente affidarsi ad un insegnante.
È preferibile che questa figura sia scelta prima ancora dell’acquisto della fisarmonica (qualora non si possieda già); il maestro o musicista a cui ci si rivolge, dall’alto della propria esperienza, può suggerire al principiante la tipologia di fisarmonica che più si adatta alle proprie necessità.

Quanto alla scelta dell’insegnante, è necessario considerare alcuni aspetti. Non sempre, ad esempio, un bravo fisarmonicista è al tempo stesso un buon insegnante. Più che un musicista conosciuto a livello internazionale, serve qualcuno che sappia stabilire una buona empatia con il proprio allievo e che sia in grado di comunicare con lui in modo chiaro. Una buona esperienza, poi, permette all’insegnante di tracciare un percorso fatto su misura dell’allievo e della sua capacità di apprendere.
Inutile, poi, basare il proprio giudizio su quei maestri che usano offrire una prima lezione ‘di prova’ a chi vuole imparare a suonare lo strumento. Se da una parte la conoscenza consumata in una sola ora o due non può essere sufficiente a capire se il metodo di insegnamento sia quello giusto, dall’altra si può essere ‘vittime’ di una prima impressione ‘fuorviante’ sia nel bene che nel male.

In linea di massima il miglior criterio per scegliere un buon insegnante di fisarmonica resta quello di affidarsi al cosiddetto ‘passaparola’. Ferma restando quella percentuale di incognita per cui possa capitare comunque un maestro non adatto, chiunque riesca a mettere d’accordo tante persone merita sicuramente più di altri una chance.