Didgeridoo: storia e suono della cultura aborigena

Didgeridoo - Live in Bedford - Foto di Simon Speed

Il didgeridoo è uno strumento musicale originario dell’Australia che si è diffuso in tutto il mondo, diventando un’icona della cultura aborigena. Ma sapevate che questo fiato è stato utilizzato anche a fini terapeutici e che è stato scoperto in alcune grotte risalenti a oltre 40.000 anni fa?

Questo strumento unico è stato suonato per generazioni dagli aborigeni australiani per celebrare cerimonie, raccontare storie ed addirittura per educare. Oggi, il didgeridoo è diventato un’attrazione popolare per gli appassionati di musica e per i professionisti che lo suonano in diversi generi musicali.

In questo articolo, esploreremo la storia di questo strumento, come viene costruito, come si approccia e si suona, infine quali sono le caratteristiche del suo suono così unico e riconoscibile.

Il didgeridoo: dall’Australia alla cultura mondiale

Il didgeridoo è uno strumento musicale originario dell’Australia che ha radici profonde nella cultura aborigena. Tali popolazioni lo hanno suonato nelle occasioni più disparate, infatti veniva utilizzato per celebrare le cerimonie, raccontare storie e per scopi terapeutici come già accennato, ma anche come annuncio per la caccia e per comunicare tra le diverse tribù.

La sua storia risale a oltre 40.000 anni fa, quando ne sono stati scoperti diversi esemplari in alcune grotte. Gli archeologi ritengono che questi fiati siano stati utilizzati dalle prime popolazioni aborigene che vivevano in Australia, rendendolo quindi uno dei primi strumenti musicali dell’umanità. A quell’epoca il suono profondo e caratteristico di questo fiato è stato sfruttato per celebrare le cerimonie legate alla natura e alle divinità del mondo animale.

Questo antichissimo strumento è stato anche utilizzato a scopi terapeutici, poiché le vibrazioni profonde prodotte hanno un effetto calmante sulla mente e sul corpo, fenomeno sfruttato dai medici aborigeni per curare malattie e ferite.
Con la colonizzazione dell’Australia, il didgeridoo è stato introdotto in Europa e in America, diventando popolare tra gli appassionati di musica e i professionisti che lo suonano tutt’ora in moltissimi generi musicali. Oggi è uno strumento popolare in tutto il mondo, utilizzato in diverse forme, dalla più tradizionale aborigena fino alla musica elettronica e alla world music.

Guardando al futuro, il didgeridoo è in continua evoluzione grazie a sperimentazioni portate avanti da musicisti di ogni paese. La tecnologia sta permettendo di creare versioni alternative di questo fiato con materiali innovativi, come il carbonio e il polimero, e ci sono sempre più artisti che stanno esplorando il potenziale dello strumento in nuove forme artistiche. Inoltre, la ricerca sui suoi benefici terapeutici sta progredendo, testimoniando con crescente certezza gli effetti positivi sulla salute mentale e fisica.
In generale, la sua evoluzione è un esempio di come uno strumento tradizionale possa adattarsi e integrarsi a nuove culture e forme di espressione artistica.

IL SUONO DEL DIDGERIDOO AMPLIFICATO – PERFORMANCE LIVE DI YOON HWAN KIM

Materiali e tecniche di costruzione

Il didgeridoo è uno strumento musicale unico con caratteristiche distintive che lo rendono eccezionale tra i fiati. E’ costituito da un tubo lungo e cilindrico, solitamente realizzato in legno o in altri materiali naturali come il bambù. La sua lunghezza e il diametro possono variare, in particolare tra 1,5 e 2 metri di lunghezza con un diametro di circa 10 centimetri.

Presenta due estremità, una aperta ed una chiusa, essendo uno strumento a fiato, per suonarlo è necessario soffiare attraverso il lato aperto, mentre quello chiuso è responsabile della produzione del rimbombo interno delle onde sonore, generando le note caratteristiche. L’intero strumento è solitamente rivestito con una vernice o con una cera per proteggerne il legno e per migliorarne il suono. Le note vengono generate inizialmente dalle vibrazioni delle labbra e della lingua, che creano una serie di vibrazioni e di effetti sonori. Il didgeridoo ha un suono profondo e potente, con una nota base solitamente bassa e note più alte che possono essere prodotte con diversi tecniche di soffiaggio e di vibrato.

In passato veniva costruito con materiali naturali come il legno di eucalipto e bambù. Gli aborigeni australiani utilizzavano questi materiali per costruire il didgeridoo, scegliendo soltanto i tronchi di eucalipto che erano stati scavati dalle termiti, in modo da avere un tubo già vuoto e pronto all’uso.

Oggi, viene costruito con diversi materiali, tra cui legno, bambù, carbonio e polimero. Ci sono anche versioni in ceramica ed in metallo. La maggior parte degli strumenti moderni vengono realizzati con legno di eucalipto, che è stato selezionato per la sua qualità acustica e per la bellezza estetica. Il processo di costruzione consiste nella selezione del legno, nella lavorazione del tubo e nella verniciatura o nell’utilizzo di cera per proteggerlo e migliorarne il suono.


La respirazione circolare: come si suona suono il didgeridoo

Suonare il didgeridoo può sembrare semplice, ma in realtà richiede molto tempo e pratica per padroneggiare le tecniche di base e per sviluppare il proprio suono unico. La prima cosa da imparare è sicuramente la respirazione. Questa risulta infatti fondamentale per generare note e per tenere il ritmo. Tale strumento richiede una tecnica di respirazione chiamata “circular breathing” (respirazione circolare), che consente di mantenere il suono continuo senza interruzioni, necessita di molto allenamento e pratica per essere padroneggiata.

Una volta che si è imparato a respirare correttamente, è possibile iniziare a suonare le note base del didgeridoo. Ci sono diverse tecniche per generare le note, come il “droning” (rumore continuo), il “tongue-slap” (colpo di lingua) e l’ “overblow” (soffiare sopra). Queste richiedono ulteriore allenamento e non tutte sono semplici da applicare inizialmente.

Oltre a queste metodiche base, ci sono anche diverse skill avanzate, come il “vibrato” (vibrazione), che consente di suonare note più alte e di creare effetti particolari, richiede una grande abilità e una buona tecnica di respirazione.
Per quanto complesso, questo fiato ha dei parenti lontani che si avvicinano per tecnica da applicare o suono, come il “didjiridu” (una variante originaria della Nuova Guinea) e il “xaphoon” (un piccolo strumento a fiato delle Hawaii). Tuttavia, il didgeridoo è unico per la sua lunghezza, il diametro e per il suono immediatamente riconoscibile.

Per tornare però all’argomento principale, suonare questo strumento è un’esperienza tanto complessa quanto emozionante e gratificante per gli appassionati di musica. Tuttavia, per coloro che sono disposti ad investire tempo e sforzi, imparare questo fiato può rappresentare un percorso più profondo di quanto si creda, ed un’occasione per esplorare nuove forme di espressione musicale.
Per capire come suonare il didgeridoo, ci sono diversi metodi disponibili, come prendere lezioni personali con un insegnante esperto, guardare tutorial online e video, o anche partecipare a workshop e seminari. E’ importante trovare un maestro che sia in grado di adattarsi alle tue esigenze e che possa offrirti un percorso di apprendimento personalizzato. Su YouTube esistono tantissimi video o serie di video di professionisti che spiegano come approcciarsi a questo strumento e come imparare le tecniche di base. Eccone uno come esempio, ma ne esistono molti altri con cui magari potresti trovarti anche meglio per semplicità espositiva o chiarezza:

Iniziare a suonare il didgeridoo – Video di marcello ballardini

Inoltre, è importante notare che imparare a suonare il didgeridoo non è solo una questione di tecnica, ma anche di ascolto e di connessione con lo strumento. Assimilare il suo suono profondo e sentirsi a proprio agio con esso è fondamentale per diventare un buon suonatore.