Mandolino ultracuto Vorraro

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Il mandolino ultracuto nasce da un’esigenza antica quanto geniale: rendere accessibili le note più acute senza bisogno di virtuosismi impossibili. Nell’Ottocento, la maggior parte dei suonatori a plettro erano dilettanti con poca pratica e ancora meno tempo; raggiungere gli acuti sul mandolino tradizionale — dove i tasti diventano strettissimi — era un’impresa per pochi eletti.

La soluzione? Spostare il “difficile” all’inizio della tastiera, dove i tasti sono più larghi e la mano lavora serena. Così è nato questo strumento brillante e sorprendente, capace di conservare la voce del mandolino ma con una vivacità tutta sua.

Oggi il mandolino ultracuto trova nuova vita: è perfetto per portare bambini e principianti nel mondo degli strumenti a plettro, ma sa affascinare anche musicisti esperti che cercano un timbro speciale, agile e acuto come un raggio di luce.

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Descrizione tecnica

Modello mandolino ultracuto chiamato anche quarto di mandolino

  • Tempo di realizzazione: ca. 3 mesi
  • Peso: 400 g
  • Lunghezza: 490 mm
  • Legni utilizzati:

    • palissandro, acero (cassa)
    • ebano, palissandro (tastiera)
    • abete (piano armonico)
  • Vernice:

    • antica opaca
    • oppure brillante (a mano, tampone alla gommalacca)
  • Numero tasti: 16
  • Numero doghe: 11
  • Corde (generalmente quelle del mandolino):

    • 1ª A – 0.10 mm
    • 2ª D – 0.14 mm
    • 3ª G – 0.23 mm
    • 4ª C – 0.32 mm
  • Accordatura: identica a quella della mandola contralto, ma con effetto sonoro un’ottava sopra